Gela. Ci ha lasciati Rocco Morello, un pezzo di storia di Gela. Da anni lottava contro una malattia che lo aveva segnato nel fisico ma non nell’anima. Un vulcano di energia positiva, sempre pronto a spendersi per gli altri. Rocco lascia alla sua città una grande eredità. Con la sua macchina fotografica è riuscito a raccontare cinquant’anni di storia di Gela.
Da dipendente del petrolchimico denunciò i limiti di metodi di lavoro e sicurezza che fortunatamente non esistono più. La sua passione era però l’obiettivo. Che fosse una telecamera o una fotocamera riusciva a raccontare pezzi di vita. I suoi reportage su Video Golfo alla fine degli anni Ottanta sono libri di storia. Il pastore che prepara la ricotta all’alba a Montelungo, i pescatori che tirano le reti di notte, i contadini che arano la terra. Rocco riusciva a esaltare arti, mestieri e colori della propria terra.
Come tutti noi venne travolto dalla guerra di mafia e la sua macchina fotografica questa volta impressionò pellicole in bianco e nero di morti ammazzati, di vedove che piangevano i corpi inermi dei propri cari, di sangue che scorreva sotto i teli bianchi posti sui cadaveri dalla scientifica.
Fu ospite del Quotidiano di Gela durante la rassegna “I Venerdì di Cronaca” . Espose centinaia di foto che raccontavano mezzo secolo di vita di Gela.
Sapeva raccontare barzellette come pochi ed aveva una memoria impressionante. Un mese fa abbiamo tentato di raggiungerlo a casa per raccontare su TRINCEE questo pezzo di storia ma Rocco stava già molto male. Stava per essere ricoverato in ospedale, da cui non è più uscito.
Addio Rocco, non avevi il tesserino di giornalista ma di lezioni potevi darne a tutti perché eri un vero “cronista di strada”.
Ai familiari giunga il nostro affetto.