Gela. Per aggirare le verifiche della guardia di finanza, circa una trentina di operai sarebbero stati costretti a firmare fogli di dimissioni
in bianco, transitando nei ranghi di un’agenzia interinale.
Il sistema per aggirare i controlli. In realtà, avrebbero continuato a lavorare sempre per conto della stessa azienda agricola di contrada Mignechi. Adesso, a processo sono finiti in sei. C’è il proprietario dell’azienda agricola che si sarebbe servito degli operai e ci sono i referenti dell’agenzia interinale che avrebbero accettato l’accordo. Davanti al giudice Manuela Matta, inoltre, sono finiti anche tre operai accusati di false dichiarazioni. Tra i reati contestati, la truffa ai danni dello stato. Il sistema sarebbe stato organizzato, almeno in base alle accuse, con l’obiettivo di evitare i controlli contro il lavoro nero. Formalmente, gli operai risultavano legati all’agenzia di lavoro interinale nonostante la loro attività fosse svolta solo all’interno dell’azienda agricola. Negli scorsi mesi, i sei furono rinviati a giudizio. I loro legali di fiducia, gli avvocati Giovanna Zappulla, Flavio Sinatra e Raffaela Nastasi, già davanti al gup hanno messo in dubbi l’esistenza di un presunto sistema fraudolento. Si ritornerà in aula il prossimo marzo.