Gela. Una “responsabilità palese”. Il presidente locale del gruppo del Partito comunista, Salvatore D’Arma, chiama in causa la Regione e lo fa quando si tratta di dighe, praticamente fuori uso. Per l’esponente Pci, è positivo che qualcosa si muova sul tema delle acque reflue da destinare al comparto agricolo. Però, la Regione avrebbe dovuto garantire le dighe e non l’ha fatto. “Ormai ventisette anni fa, da assessore all’agricoltura, fui tra i primi ad insistere sulla sperimentazione delle acque reflue nella zona di Montelungo – spiega – dovevano essere una soluzione alla precarietà delle dighe. La responsabilità della Regione sulla questione dighe è stata negli anni vergognosamente palese. La diga Comunelli è sostanzialmente intasata per i mancati interventi allo scarico di fondo, del tutto inutilizzabile. La diga Disueri presenta un evidente problema nel punto della spalla destra, soggetto ad erosione per la falda acquifera sulfurea. Sono stati sprecati soldi per diversi studi ma non si è visto nessun intervento. Già in passato bisognava lottare per non sversare acqua in mare. E’ inutilizzabile l’interconnessione con la diga a nord, anch’essa interessata da problemi. Questo è il regalo delle istituzioni regionali alla città, ancora una volta tradita e danneggiata”.
Quella delle acque reflue è una soluzione ma da monitorare con attenzione. “Le acque reflue garantiranno i bisogni delle campagne. Occorre però avere certezza sull’impatto con le piante, in special modo con quelle a foglie larghe, sui consumatori e sui costi che devono essere sopportati dai produttori agricoli”, conclude D’Arma.