Gela. Sei medici dell’ospedale Vittorio Emanuele risultano indagati per la morte di una donna. La procura ha iscritto nel registro degli indagati i dottori in servizio la notte del luglio dello scorso anno, quando, per cause che non sono ancora chiarissime, morì Graziella Farruggio, di 43 anni.
I magistrati ritengono i medici responsabili di quella morte per non aver compreso in tempo che era in corso un dissecazione aortica che provocò, dodici ore dopo il ricovero ospedaliero, la morte della donna.
In tribunale è iniziata la battaglia tra periti. Prima di decidere sei i sei professionisti meritino il rinvio a giudizio, il gip del tribunale vuole capire meglio cosa è accaduto quella notte. Una prima perizia di parte ha stabilito che i medici avrebbero rispettato il protocollo e non hanno colpe su quanto accaduto quella sera. La procura però ha poi chiesto ed ottenuto una nuova consulenza ed il gip ha fissato un incidente probatorio. Ed allora questa volta la super perizia è stata affidata a tre professori dell’Università di Palermo, che la settimana scorsa sono stati escussi in tribunale. Ognuno di loro ha illustrato la relazione sulla base delle cartelle cliniche e l’esame autoptico.
Graziella Farruggio si presentò al pronto soccorso dell’ospedale Vittorio Emanuele in preda a dolori. Aveva sbandamento, forte mal di testa e perdita di conoscenza. I medici pensarono che potesse esserci in atto una emorragia cerebrale ed attivarono tutte le procedure del caso. Esami radiologici, cardiologici, tac e tutte le analisi del caso. La mattina seguente la donna è spirata ed i familiari hanno voluto conoscere la verità. L’esame autoptico svelò che Graziella Farruggio non morì per un aneurisma cerebrale ma per la dissecazione dell’aorta, una malattia rara gravata da un’alta mortalità se non trattata con chirurgia d’urgenza. A trarre in inganno i medici – secondo il pool difensivo ed in parte secondo i periti – fu l’anomala sintomatologia. La dissecazione aortica infatti è caratterizzata da diversi sintomi, quali dolore, insufficienza cardiaca, sincope. Sintomi che quella sera non ci sarebbero stati e su cui procura e tribunale stanno ancora indagando.