Di Stefano e gli alleati, l'ok al bilancio per andare avanti e segreterie a consolidare il "modello Gela"
Di Stefano non intende fare da mediatore politico, piuttosto è concentrato sulla finalizzazione dei punti del programma, per lui decisivi su un versante pubblico e politico
Gela. Il target non cambia e anzi la settimana che si apre non potrà che essere concentrata, a Palazzo di Città, sull'ipotesi di bilancio stabilmente riequilibrato. Il sindaco Di Stefano attende gli ultimi atti per chiudere un cerchio per nulla semplice da tracciare. Le verifiche sono state costanti, condotte insieme al dirigente del settore e al segretario generale. L'avvento dei nuovi revisori dovrà poi condurre al parere sullo strumento finanziario, passaggio determinante per il successivo voto del civico consesso. Il bilancio stabilmente riequilibrato è la chiave di volta nel percorso di superamento del dissesto comunale. La politica, in questa fase, è messa decisamente in stand by. Le recenti ruggini interne sono state arginate e il sindaco si aspetta che le segreterie dei partiti alleati abbiano un ruolo più consistente nell'interpretare non solo gli obiettivi della programmazione per la città ma pure le potenziali fasi di flessione nelle dinamiche interne al “modello Gela”. Non intende fare da mediatore politico, piuttosto è concentrato sulla finalizzazione dei punti del programma, per lui decisivi su un versante pubblico e politico. Le dirigenze dei gruppi che lo sostengono stanno sviluppando un'interazione maggiore. Dem, M5s e civici sono l'ossatura vera e propria della coalizione in consiglio comunale. I nodi da sciogliere, a partire da quello dell'Mpa e della rappresentanza, verranno posti successivamente. Prima di tutto, lo spazio va agli atti finanziari e alla programmazione, per traguardare il primo anno di governo della città non solo con i cantieri avviati di “Qualità abitare” e con l'incasso delle royalties di “Argo-Cassiopea” ma soprattutto con l'approvazione del bilancio, che potrebbe rivitalizzare la voce delle assunzioni di personale, in un ente numericamente ridotto ai minimi storici.
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