Gela. Bene le mosse dell’agorà ma politicamente censurabili quelle che hanno portato alla giunta Di Stefano e al “modello Gela”. L’esponente del laboratorio “PeR” e di Sinistra Italiana, Paolo Cafà, si rifà a quanto spiegato ieri dal parlamentare Ars Nuccio Di Paola, grande sponsor della candidatura di Di Stefano e appunto del “modello Gela”. Abbiamo riportato le dichiarazioni del coordinatore regionale pentastellato, che ha ribadito come “l’identità politica non cambi”, riferendosi al governo della città. Cafà non ha mai nascosto, al pari dei dirigenti di “PeR”, di non condividere affatto la presenza di forze progressiste e di entità di estrazione differenti, tutte collocate in giunta. “Di Paola ha gestito bene l’agorà che ha portato al successo elettorale del sindaco Di Stefano. Una sua creatura che ha fatto dimettere dalla carica di vicesindaco di Greco per poi candidarlo a sindaco attraverso l’agorà. Molti di noi sapevamo, fin dalle prime battute, che il candidato sindaco preferito da Di Paola era Terenziano Di Stefano e che sarebbe riuscito, con la compiacenza di altri, a spuntarla. Tralascio come e perché è arrivata la vittoria, lo sa Di Paola e lo sanno tutti. Dopo la spaccatura dell’agorà – dice Cafà – Di Paola aveva la possibilità di ricomporre tutto il campo largo nel ballottaggio, mettere da parte le divisioni e rimanere coerenti con quanto deciso. Costruire una coalizione alternativa al centrodestra di governo regionale e nazionale, alternativa a Greco e al centrodestra di opposizione. Invece, ha prevalso la frenesia di ripescare in consiglio gli affini e qualche dirigente di partito che si era piazzato nelle retrovie”. Per il dirigente di “PeR” non è ammissibile parlare di un modello progressista quando a supportarlo ci sono esponenti di centrodestra. “Hanno vinto con il sostegno di esponenti politici di destra, usciti sconfitti dalla competizione che presto o tardi reclameranno il posto in giunta, come gli era stato promesso dal sindaco. La giunta cambierà sembianze, ci sarà una rimodulazione in antitesi al “modello Gela”, che come sa Di Paola non c’è e non ci sarà. Intanto – aggiunge Cafà – qualche assessore si è accasato con “Sud chiama Nord”, il cui leader è un detrattore di Di Paola, un suo nemico giurato. Speziale, altra eminenza della politica gelese, nel frattempo, facendo valere i miracoli, fa entrare in giunta suo genero, che ovviamente proverà a rilanciarsi alle prossime elezioni regionali, gestendo il potere ritentando la scalata al seggio parlamentare all’Ars, ovviamente come antagonista di Di Paola, in alternativa al deputato uscente del M5S. Allora, Di Paola ha vinto il primo round, con il sindaco, ma sta perdendo la bussola e si sta indebolendo”.
L’ex esponente della tradizione Ds Cafà è sempre più convinto che i patti stretti da Di Stefano con pezzi del centrodestra inizieranno a porre più di una questione interna. “La giunta sarà infarcita di presenze spurie rispetto al percorso iniziale. Il Pd miracolato di Speziale si è ringalluzzito e pretenderà di rinforzarsi ancora. La rimodulazione della giunta con elementi del centrodestra potrà avere la benedizione dell’onorevole Raffaele Lombardo – conclude – facendo perdere prospettiva e coerenza al percorso dell’agorà, minando la leadership di Di Paola e i suoi sforzi. Non sarebbe stato più semplice fare alleanze più coerenti nel ballottaggio, sia per lui stesso che per la sua parte politica?”. La sinistra che si rifà a gruppi fuori dal municipio lancia per l’ennesima volta una sorta di “diffida” politica al “modello Gela” di Di Paola, dei civici, del sindaco Di Stefano, dei dem e di espressioni che hanno supportato il percorso.