Gela. La conclusione del rapporto con la giunta è più che conclamata, dopo il divorzio dello scorso anno. Da allora, i dem locali hanno iniziato a tracciare un loro percorso politico, che come spiegato più volte dal segretario cittadino Guido Siragusa e da quello provinciale Peppe Di Cristina, è finalizzato a costruire un’alternativa politica alla giunta del sindaco Lucio Greco. In una fase di “preparativi” politici, che aprono la corsa per le regionali del prossimo anno, anche i democratici iniziano a calare gli assi. La segreteria cittadina sta lavorando ad un incontro pubblico, da tenersi in città, con l’ex ministro Giuseppe Provenzano, ora vicesegretario nazionale del partito. Si pensa ad un confronto, aperto, con la città, con le categorie produttive e le parti sociali. Provenzano, infatti, sarà quasi sicuramente alla festa provinciale dell’Unità, che quest’anno il Pd ha in programma a San Cataldo, dove si giocherà un’importante partita elettorale, con l’esordio della coalizione Pd-M5s. Anche la segreteria provinciale, la prossima settimana, definirà gli ultimi particolari. Proprio il segretario territoriale Di Cristina non si fa sfuggire l’occasione propizia e ritorna su quanto sta accadendo in città. “Penso che la giunta dovrebbe spiegare quale sorte abbia avuto il milione di euro, che la Regione ha depennato – spiega – si è trattato dell’ennesimo scippo, di un errore di Palermo oppure c’è qualcos’altro? Fare chiarezza è utile, anche perché le versioni fornite sono tante e creano solo confusione”. Il segretario provinciale, che lo scorso anno mise la parola fine sul rapporto con l’amministrazione Greco, continua ad essere convinto che sulla giunta pesino tante incoerenze politiche. “Gli assessorati? Credo che la giunta possa andare in seria difficoltà – continua – del resto, sappiamo che il sindaco non è ancora riuscito ad assegnare le deleghe rimaste vacanti”. Il segretario non rinuncia neanche al duello verbale a distanza, che da mesi va avanti con l’ex alleato, il deputato regionale forzista Michele Mancuso. Quasi un anticipo della campagna elettorale per le regionali del prossimo anno. Di Cristina e l’attuale deputato azzurro sono tra i papabili big per la corsa all’Ars. Il parlamentare di Forza Italia, di recente, ha respinto le critiche del segretario dem, citando tra l’altro il tentativo di alleanza che sarebbe stato avanzato dal Partito Democratico di San Cataldo. “Mi dispiace per Mancuso – aggiunge Di Cristina – ma nessun dirigente del Pd di San Cataldo lo ha mai contatto. Forse non lo sa oppure mente. Non capisco, peraltro, cosa c’entri la strategia per i singoli Comuni con il fatto che invece il governo regionale, sostenuto da Forza Italia, abbia tagliato 200 milioni di euro a Gela. Forse, anche in questo caso, Mancuso è ignaro, anche perché se lo avesse saputo veramente, sono certo che sarebbe saltato dalla poltrona. Non sa neanche, perché è ignaro, che quelle somme non sono mai state recuperate. Così come non sa che i lavori del porto rifugio non sono mai partiti. Ripeto, o è ignaro oppure mente alla città”.
I dem, dopo la fine dell’esperienza “arcobaleno” con Greco, sanno di dover fronteggiare un centrodestra, molto vicino al governo Musumeci. Continuano a battere la strada dell’alleanza con il Movimento cinquestelle, Leu e con forze moderate che non si riconoscono più nell’attuale centrodestra. C’è chi ipotizza che eventuali fronde forziste, pronte a lasciare un partito eventualmente proteso verso la Lega, possano vagliare lo schieramento intorno al quale si muove il Pd. Tutto è in divenire. Roma e Palermo avranno un ruolo decisivo. “Le Regionali? Noi siamo per le primarie, come ha spiegato il segretario regionale Anthony Barbagallo – conclude Di Cristina – non sono neanche così sicuro che il presidente Musumeci possa essere ricandidato. Del resto, sono i suoi stessi alleati a sancirne il conclamato fallimento”.