Gela. “I nostri punti di partenza, a livello politico, sono chiari. La segreteria di Peppe Di Cristina può essere messa in discussione solo dal partito e non da singoli esponenti. Ritengo, inoltre, che sia naturale la ricandidatura alle regionali dell’uscente Giuseppe Arancio”.
“Le primarie per scegliere cosa?”. Sono queste le direttrici tracciate dal vice capogruppo del Partito Democratico in consiglio comunale Carmelo Orlando. Di certo, la blindatura di Di Cristina e la ricandidatura di Arancio sono risposte secche alle tante contestazioni che, in questo periodo, sono state sollevate dai tre consiglieri democratici Vincenzo Cirignotta, Romina Morselli e Salvatore Gallo. I tre, all’indomani dell’assemblea cittadina, hanno messo in dubbio sia i metodi di gestione del partito, ritenuti fin troppo a favore dei grandi vecchi, sia l’assenza di dialogo nelle scelte elettorali, a cominciare dalla ricandidatura di Arancio all’Ars. “Hanno espresso legittime lamentele – dice ancora Orlando – credo, comunque, che il rapporto possa essere recuperato. Le primarie? Onestamente, non capisco che scopo abbiano? Quello del togliti tu che tocca a me? Lo statuto interno parla chiaro e all’uscente Arancio spetta la possibilità di ricandidarsi”. Orlando, in questo modo, traduce quelle che sono le posizioni ufficiali del partito cittadino, più volte sintetizzate dal segretario Peppe Di Cristina.
“Alleati sì…ma sono fuori dal Pd”. Se il rapporto con i “ribelli” dell’ultima ora può ancora essere recuperato, per Orlando la fronda che ha lasciato il Pd non potrà più rientrare. Quindi, chi ha scelto la strada di Sicilia Futura, ad iniziare dall’ex capogruppo Giuseppe Ventura e dal consigliere Antonino Biundo, può ritenersi fuori dal partito. “Ventura e Biundo, insieme a tutti i consiglieri di Sicilia Futura – conclude – sono una parte importante dell’unità di centrosinistra in consiglio comunale. E’ vero, però, che hanno scelto un altro movimento e sono certamente fuori dal Partito Democratico”.