Gela. Se il ministro sia “a conoscenza della situazione” in cui versa l’ospedale Vittorio Emanuele e “quali iniziative intenda intraprendere per assicurare i livelli essenziali di assistenza agli utenti del presidio ospedaliero”. Lo chiede in un’interrogazione al ministro della Salute la parlamentare Michela Vittoria Brambilla (gruppo misto), deputata del collegio di Gela-Caltanissetta-Canicattì. Ricorda che il presidio ospedaliero “ha subito negli anni un grave declassamento, con la chiusura di alcuni reparti e la mancata apertura di altri pur previsti dai piani sanitari” e che, in particolare, “sono stati declassati i reparti di Psichiatria, Otorinolaringoiatria e Malattie infettive, mentre da tempo quello di Rianimazione, per la costante carenza di personale, non è in grado di assicurare un servizio adeguato e l’Unità operativa complessa di Neurologia, aperta da meno di un anno, ha dovuto chiudere i battenti”. Inoltre, la mancanza di anestesisti consente di effettuare solo operazioni d’urgenza, la piccola chirurgia è “dirottata” in altre strutture provinciali o addirittura fuori provincia e il centro trasfusionale è chiuso”. Di tale situazione “risentono anche reparti ancora in funzione, come Ortopedia e Oncologia, in un territorio, peraltro, dove l’incidenza di tumori è più elevata che nella media nazionale”. A tutto ciò, prosegue Brambilla, “si somma lo stato del plesso ospedaliero, con edifici vecchi e fatiscenti, dov’è difficile mantenere condizioni igienico-sanitarie accettabili”: la città attende da anni la realizzazione di un nuovo ospedale.
In questo contesto, conclude la deputata, “nonostante l’impegno dei medici e del personale tutto”, è evidentemente “impossibile” garantire il diritto dei cittadini alla salute, sancito dall’art.32 della Costituzione. Di qui la richiesta al ministro di intervenire con urgenza.