Gela. Doveva essere un vertice di tutti i partiti, perlomeno di quelli rappresentati in consiglio comunale. Alla fine, all’invito del commercialista Ennio Di Pietro, tra gli uomini di riferimento in città dei centristi di Noi con l’Italia, hanno risposto quasi esclusivamente esponenti dell’area di centrodestra. Non c’erano i forzisti. Da quanto emerge, il coordinatore cittadino Emanuele Maniscalco ha dato forfait, bloccato da un impegno professionale. Non sarebbe, però, un’assenza “strategica”, magari sintomo di una frattura politica interna alla coalizione di centrodestra. Maniscalco avrebbe comunque avuto delle interlocuzioni telefoniche con i partecipanti alla riunione. L’obiettivo di Di Pietro e degli esponenti locali di Noi con l’Italia (in consiglio comunale ci sono Vincenzo Cirignotta e Antonio Torrenti), sembra quello di dettare le condizioni ad un sindaco, in chiaro affanno politico. Senza maggioranza, senza due assessori e con un consiglio comunale diventato una vera e propria trincea, Messinese ha annunciato di voler aprire al dialogo. Per ora, pare abbia parlato poco. Al vertice di questa sera, si sono visti esponenti di DiventeràBellissima, Energie per l’Italia e Lega.
Il centrosinistra “molla” il tavolo. La mossa di Di Pietro, però, non ha trovato seguito tra le fila del centrosinistra. Nonostante le interlocuzioni degli scorsi giorni, i dem e i futuristi non c’erano. Niente Pd e niente Sicilia Futura. I grillini, a loro volta, avevano già preannunciato di non essere interessati. Sicuramente, a pesare è l’assenza degli unici due gruppi di centrosinistra rimasti in consiglio comunale. I dem, alla fine, hanno deciso di non presentarsi. Potrebbero seguire strategie diverse. I contatti tra loro e i forzisti continuano e non sono da escludere avvicinamenti con quelli di Sicilia Futura, almeno nell’ottica di valutare quali posizioni assumere nei confronti del sindaco e dei suoi assessori. Di recente, il consigliere comunale dem Guido Siragusa ha pubblicamente proposto un asse del dialogo proprio con gli azzurri e i futuristi. Negli ultimi tempi, è ritornata di moda la mozione di sfiducia, ma rimane pur sempre un’incognita, dopo due flop consecutivi. Quelli che hanno partecipato al tavolo convocato da Di Pietro, nelle prossime ore (pare con un comunicato ufficiale) renderanno note le loro conclusioni. Non è da escludere che possano dare un termine al sindaco. Forse, trenta giorni, nel corso dei quali Messinese dovrà decidere se aprire ad un governo di salute pubblica. In caso contrario, potrebbe partire un’altra corsa alla sfiducia, ma con quali numeri? Anche l’ipotesi di un governo di salute pubblica potrebbe non convincere tutti. C’è chi l’ha già bollato come una sorta di stampella politica da mettere in mano al sindaco, con o senza il fidato Simone Siciliano. In questa fase, pochi vogliono essere associati alla giunta Messinese e le larghe intese non scaldano i cuori di tutte le segreterie di partito.