Gela. La Regione finirà di pagare fra due anni e fino ad oggi ha già versato oltre 94 milioni di euro per ripianare i debiti accumulati rispetto alla gestione e alle utilities di quello che fu il sistema di dissalazione, all’interno della raffineria Eni. Mentre è stato annunciato un finanziamento con fondi Fsc per riattivare proprio l’impianto locale, in tempi di fortissima carenza idrica, il dipartimento acqua e rifiuti ha autorizzato il pagamento della nona rata da dieci milioni e mezzo di euro. Si tratta di somme che fino al 2019 sono state destinate ad Eni sulla base di un accordo di transazione, stipulato nel 2015. Dal 2020, invece, proprio la multinazionale ha ceduto il credito alla Sace fct spa, che incasserà pure questa nona rata appena autorizzata dal servizio 1. La ripresa del sistema di dissalazione è diventato un target prioritario per il governo regionale che teme le pesanti ricadute di una siccità che sta mettendo a serio rischio gli approvvigionamenti, con effetti ancora più nefasti in territori come quello locale che già devono fare a meno delle dighe, sempre a scartamento ridotto. La riattivazione è un percorso tutt’altro che facile da portare a termine.
Una vicenda, quella delle somme pagate per ripianare i debiti accumulati in passato nella gestione del dissalatore che fu, che proprio in città di recente, nel corso della campagna elettorale, è stata denunciata dal parlamentare Ars di “Sud chiama nord” Ismaele La Vardera. In visita al comitato elettorale del candidato a sindaco Terenziano Di Stefano, alleato del gruppo di Cateno De Luca, La Vardera ha condotto un sopralluogo in raffineria proprio per prendere contezza della situazione dell’impianto di dissalazione, del quale rimane il quinto modulo bis a sua volta diventato oggetto di contesa giudiziaria per un’azione avviata dalla società che lo portò avanti, la “Di Vincenzo srl”.
Buongiorno
Terenziano allora vicesindaco quale riunione ha chiesto alla regione riguardo il dissipatore? Oggi in campagna elettorale ricorda qualcosa? Parole parole e promesse e u paisi e senza acqua
VERGOGNA