Gela. La Dc prende le distanze dalle mosse dell’amministrazione su Pef e tariffe Tari. Anche in aula consiliare l’esponente cuffariano Armando Irti ha parlato di atti “arrivati solo a poche ore dalla riunione d’aula e di aumenti che non condivide”. “Non vi è dubbio che con l’approvazione del Pef l’amministrazione ha intrapreso la strada più facile, aumentare le tasse e gravare sui cittadini virtuosi. La collaborazione con l’opposizione non si deve chiedere solo per decidere le carice istituzionali di presidente del consiglio e vicepresidente o per le commissioni consiliari. Non ci saremmo tirati indietro dal fare delle proposte per il Pef, invece hanno convocato un consiglio comunale urgente senza una conferenza dei capigruppo per poter discutere e confrontarsi. I nostri concittadini – fanno sapere dal gruppo Dc – non vivono sicuramente in un momento di agiatezza e per noi l’aumento delle tasse produrrà un aumento dell’evasione, facendo ricadere il peso di questa situazione sui cittadini che invece pagano i tributi regolarmente. Non vogliamo la politica di don Abbondio, speriamo ci sia più coraggio in futuro”.
I cuffariani, che hanno lasciato l’aula consiliare al momento del voto sull’immediata esecutività del provvedimento Tari, astenendosi sugli altri punti. “Noi sottoporremo all’amministrazione delle proposte e all’amministrazione diciamo che non basta solo esternalizzare il servizio di riscossione tributi, è un’azione troppo semplicistica. Bisognerebbe, invece, partire dalla riorganizzazione generale del servizio tributi e da una profonda revisione delle procedure di riscossione in essere. Vediamo quali azioni intende intraprendere l’amministrazione per uscire dal dissesto, quale percorso di risanamento ci sarà. Vogliamo capire se l’amministrazione si limiterà ad applicare quasi interamente misure ordinarie di aumento delle tasse e riduzione della spesa. In quel caso, faremo valere le nostre ragioni, tutelando e difendendo gli interessi pubblici della collettività, compressi dalla dichiarazione di dissesto, come il diritto alla buona amministrazione, il diritto all’equa imposizione fiscale in relazione alla capacità contributiva personale, all’istruzione e all’educazione, alla tutela della salute”, concludono i cuffariani.
Pagare tutti per pagare meno.