Dallo Snox alla centrale termoelettrica, Eni avvia demolizione: “Cambierà skyline”

 
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Gela. Il protocollo stilato tra Eni e il Ministero dell’ambiente risale a due anni fa. L’azienda sta dando seguito al progetto di “decarbonizzazione”, con l’avvio dei lavori di demolizione degli impianti che non fanno più parte del ciclo della green refinery. Gli interventi avviati “porteranno al recupero di aree libere per nuove attività industriali e alla riduzione dell’impatto visivo dell’ex petrolchimico”, fanno sapere dall’azienda. “Eni si è impegnata a rinunciare definitivamente ad assetti di produzione e lavorazione di oli minerali e a procedere, entro dieci anni, alla dismissione di tutti gli impianti e strutture non utilizzati per la produzione di biocarburanti. La Raffineria di Gela S.p.A. ha quindi dato mandato a Eni Rewind, la società ambientale di Eni, di procedere alla demolizione del camino Snox; della centrale termoelettrica, comprensiva dei gruppi termici G100, G200 e G300 – si legge ancora nella nota – nonché del relativo parco stoccaggio; delle strutture trivelle Coking 1 e 2; della torcia D-D1”.

Le attività erano già state indicate nel protocollo e con le autorizzazioni ottenute gli interventi di demolizione sono in corso all’interno del sito di raffineria. “Sono inoltre in corso le demolizioni dell’impianto Texaco e dell’impianto lavaggio gas che, con una tecnologia oggi obsoleta, fornivano idrogeno alla raffineria. Anche l’impianto denominato acido solforico è in procinto di cantierizzazione per la sua definitiva demolizione. Infine, presso la struttura della logistica mare e in particolare nel cosiddetto ‘pontiletto’, sono in corso le attività per la rimozione di 5 linee che servivano a caricare prodotti petroliferi sulle navi cisterna. Gli interventi – fanno sapere dall’azienda – sono già in corso di esecuzione, per un costo stimato di oltre 25 milioni di euro”. Entro quest’anno verranno ultimate le demolizioni del camino Snox del gruppo termico G300 e delle strutture trivelle Coking 1 e 2. Le operazioni coinvolgeranno le imprese in appalto, in media circa 20 persone per anno, prevalentemente del territorio. Quello che rimane dei lavori di demolizione, in un’ottica di recupero, viene destinato ad un riuso “civile” e “industriale”. Gli interventi modificheranno lo skyline dell’area industriale. La torcia è alta 150 metri, il camino Snox supera i 145 metri e le strutture trivelle raggiungono gli 80 metri di altezza.

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