Gela. Il contratto con Caltaqua va risolto. Lo spiega Lorenzo Petix, responsabile della Camera del lavoro autorganizzata dell’Unione sindacale italiana, che ha fatto parte della commissione tecnica, chiamata a prendere decisioni in merito alla qualità del servizio fornito dalla società italo-spagnola. Il sindacalista richiama una serie di ragioni, emerse durante le verifiche della commissione, che sarebbero già idonee per la fine anticipata del rapporto contrattuale. Secondo il sindacalista, l’azienda non ha versato, per intero, i canoni di concessione dovuti all’Ato e per questa ragione è in atto una causa giudiziaria. Manca l’aggiornamento della carta dei servizi, che avrebbe dovuto essere assicurato ogni due anni. Almeno dal 2011, in base al contratto, Caltaqua avrebbe dovuto assicurare la continuità dell’erogazione idrica, nel corso dell’intera giornata. Un altro fattore che non ha trovato pieno riscontro. Petix richiama lo stato di totale abbandono nel quale versano alcuni dei ventisei impianti di depurazione che la società avrebbe dovuto gestire nell’intera provincia. Solo una minima parte è in marcia. Nonostante ciò, le bollette riportano il relativo costo, anche nelle aree non coperte da depurazione. Il sindacalista conferma di essersi schierato per la risoluzione del contratto. Lancia anche alcuni interrogativi, a cominciare dai bilanci in rosso chiusi da Caltaqua, che però continua a gestire un servizio milionario. Non ci sarebbe trasparenza neanche in alcune voci di fatturazione, riportate in bolletta.
Davanti ad una situazione sempre più complicata, il deputato regionale Nuccio Di Paola ha deciso di chiedere la convocazione in commissione ambiente all’Ars di tutte l parti interessate. Così, verranno sentiti l’assessore regionale Alberto Pierobon, il sindaco Lucio Greco e i vertici di Caltaqua e Ato idrico. “Abbiamo l’obbligo di fare chiarezza – spiega Di Paola – dato che i cittadini stanno subendo delle inspiegabili vessazioni, con bollette pazze che raggiungono somme abnormi, fino a migliaia di euro, a fronte di gravi disservizi idrici che sono stati documentati dalla commissione tecnica. Voglio inoltre ricordare che, da quanto ci risulta, non è stata ancora costituita l’Assemblea territoriale idrica e c’è il rischio di perdere i fondi per alcuni importanti progetti di ammodernamento della rete. Di fronte a tutto questo, la Regione non può fare finta di non vedere e di non sentire. L’audizione che ho chiesto all’Ars sarà l’occasione decisiva per mettere intorno al tavolo tutti i soggetti che hanno competenza e individuare ogni possibile soluzione da attuare con urgenza”.
Secondo me ci sono tutti i presupposti per buttare in galera i vertici di Caltacqua per truffa verso tutti i gelesi per le tariffe arbitrarie ed eccessive.