Gela. Un muro trasversale che divideva il centro storico in due zone, almeno fino al ‘600. Un’ipotesi che lo studioso Nuccio Mulè ritiene plausibile dopo quanto emerso dagli scavi per la posa della rete idrica in via Navarra Bresmes. Stando ad alcuni studi condotti, il muro divideva Terravecchia (da piazza Umberto I e fino a via Matteotti) da Terranuova (dalla chiesa Madre e fino alla zona del Calvario).
“Dilemma su cui, nel corso degli ultimi duecento anni e forse ancora prima, sono intervenuti cultori di patrie memorie, Salvatore Damaggio in primis, docenti universitari come Liliane Dufour e studiosi come Salvina Fiorilla, Salvatore Scuto e Ignazio Nigrelli. Anche io ho compiuto approfondimenti. Poichè durante lo scavo sono stati ritrovati già delle antiche attestazioni, bisognerebbe che doverosamente la soprintendenza di Caltanissetta, che già si è attivata con l’invio di archeologi, approntasse immediatamente un progetto per estendere lo scavo con una trincea di pochi metri, trasversale alla stessa strada interessata – dice Muè – l’occasione è da prendere a volo immediatamente perché essa non si ripeterà più chissà per quant’altro tempo a venire. Senza contare il fatto che l’estensione dello scavo, oltre all’ubicazione del muro secentesco, potrebbe riguardare ben altre scoperte e dare un ulteriore contributo al nostro patrimonio storico, in particolare alla nostra storia medievale che spesso è stata relegata, come interesse archeologico, agli ultimi posti della ricerca”.