Gela. “Ho scoperto ammanchi sul conto corrente aperto presso la filiale di Caposoprano dell’ex Banca Popolare di Lodi per almeno cinquantamila euro. Ho lavorato come operaio nello stabilimento Enichem per tanti anni, mi sono ammalato e, alla fine, ho dovuto subire anche questo”.
Non ha nascosto tutta la sua amarezza il testimone, tra le vittime dei presunti ammanchi sui conto correnti contestati dall’accusa all’ex direttore della filiale bancaria Giovanni Sciabica, sentito durante l’udienza del processo svoltasi a palazzo di giustizia. L’uomo, per anni correntista della filiale finita al centro degli accertamenti della guardia di finanza e dei magistrati della procura, ha risposto alle domande formulate dal pubblico ministero Tiziana Di Pietro e dagli avvocati sia della difesa che delle parti civili.
“Lo consideravo un amico e, per questa ragione, mi sono fidato del signor Sciabica – ha proseguito – solo dopo diversi anni dalle mie richieste sono riuscito ad avere i tabulati del conto corrente e mi accorsi degli ammanchi”.
Il teste, inoltre, ha escluso che le firme sulla documentazione necessaria ad autorizzare diversi prelievi dal conto correte fossero state apposte dalle sue mani. Denaro, in base alle accuse contestate all’imputato, difeso dall’avvocato Giuseppe Fiorenza, utilizzato dallo stesso ex direttore e dalla consorte.
L’avvocato difensore Giuseppe Fiorenza ha, in parte, contestato la ricostruzione fornita dal correntista: facendo leva, soprattutto, sulla possibilità che l’uomo avesse già compreso che qualcosa non andava per il verso giusto. Sono quattro gli ex correntisti dell’istituto di credito ad essersi costituiti parte civile dopo aver denunciato gli ammanchi, a rappresentarli sono gli avvocati Riccardo Lana e Francesco Terrazzino.
Non è da escludere, adesso, che i dirigenti del gruppo Banco Popolare, chiamati a loro volta in giudizio, possano decidere di rimborsare i clienti finiti al centro dell’intera vicenda. L’imputato ha voluto rendere dichiarazioni spontanee sottolineando come i clienti avessero la possibilità di accertare, anche attraverso i sistemi bancomat, l’effettiva portata dei conto correnti personali.
Il giudice Antonio Fiorenza ha aggiornato il dibattimento al prossimo 19 maggio: il processo, così, potrebbe anche concludersi con la decisione.