Da Gela2700 all’80simo dello sbarco alleato, la storia recente della nostra città è caratterizzata da grandi ambizioni e ricerca della ribalta che finiscono poi per scontrarsi con la cruda realtà ad un passo dal traguardo.
Il campionario delle occasioni perse in città è tristemente ricco di grandi eventi e sensazionali ribalte nazionali ed internazionali annunciate in pompa magna e poi mai realizzate, per mancanza di idee, fondi o competenze adeguate.
Il calendario da un milione di euro degli eventi legati all’ottantesimo anniversario dello sbarco, partito come la grande occasione per lanciare Gela nei circuiti turistici di tutto il mondo, si avvia tristemente verso un corposo ridimensionamento, nella migliore delle ipotesi, se non verso un vero e proprio flop.
Il milione di euro di finanziamento per l’intero evento e che avrebbe dovuto coprire i costi delle varie attività dal 10 luglio al 3 settembre, si è dissolto come una bolla di sapone prima ancora di essersi materialmente concretizzato, con l’unico risultato di aver acceso gli appetiti di chi ha provato a lucrarci su con eventi dai prezzi gonfiati, (molti per fortuna bocciati dal lavoro del comitato tecnico) e aver aizzato le folle contro una spesa che a molti sembrava eccessiva, considerate le condizioni in cui versa la città e la tempesta finanziaria in cui è coinvolto il Comune.
Oggi, al 20 maggio, non si sa ancora cosà sarà di quel progetto realizzato dal comitato tecnico e consegnato all’amministrazione più di un mese fa, ma la sensazione forte è che tutto resterà sulla carta, lasciando Gela e la sua voglia di ribalta ancora una volta con la bocca asciutta.
Una storia già vista altre mille volte in una città che non riesce spesso a guardare oltre i propri confini. Successe una cosa simile nel 2012, Gela si apprestava a festeggiare il 2700simo anno dalla sua fondazione. Un’occasione d’oro per promuovere convegni, eventi internazionali e per rilanciare le bellezze archeologiche della città.
Anche allora ci furono conferenze stampa, pagine e pagine di giornali e ipotesi di finanziamenti milionari, ma tutto si spense come un fuoco di paglia, lasciando in eredità alla città, unicamente un logo dell’evento e poco o nulla di più.
Un copione ripetuto due anni più tardi con l’anniversario del congresso mondiale sulla pace che si svolse proprio a Gela nel 414 a.c.
Anche allora il progetto “Invasioni di libertà” prometteva di fare di Gela, il centro del Mediterraneo con convegni ed eventi internazionali. Anche allora tutto finì nell’arco di pochi mesi senza fanfare o ribalte, con l’ennesimo evento nato e morto in uno schiocco di dita.
La storia della città insomma parla chiaro, non c’è ancora la maturità per guardare oltre il proprio steccato e le grandi occasioni si trasformano il più delle volte in un assalto alla diligenza da parte di chi pensa all’interesse singolo piuttosto che a quello della comunità.
I grandi eventi così, si trasformano in armi di distrazione di massa, utili a guardare il dito mentre si indica la luna. E la sensazione è che questo succederà con l’80simo dello Sbarco Alleato, destinati ad infrangersi sulla mancanza di fondi, sull’incapacità atavica di gestire grandi eventi e sull’eterno vizio dello scaricabarile, unico vero alibi di chi promette di fare e poi non fa. Una storia già scritta purtroppo, ancora una volta.