Gela. I disservizi del sistema sanitario locale non mancano mai e spesso sono segnalati dal presidente dell’associazione H, l’avvocato Paolo Capici. A risentire di scelte, che per il legale sono piuttosto discutibili, è anche il Cup. Aveva già chiesto di essere sentito, anche dai vertici del management di Asp. “La realtà è ben diversa e lontana da come la descrivono. Intanto, i manager Alessandro Caltagirone e Marcella Santino non mi hanno sentito, come invece hanno fatto il direttore dell’Asp di Gela e responsabile del Cup, dottor Catrini, che avendo responsabilmente ed umilmente ammesso le carenze lamentate non solo da me ma anche da molti altri cittadini si sono fin da subito adoperati per far sì che il servizio fosse più funzionante e congruo alle esigenze degli anziani e degli utenti che hanno poca dimestichezza con l’apparecchio cellulare. Si era perfino raggiunto un accordo formale, che ovviamente i signori di Caltanissetta hanno tacitato ed annullato, attraverso il quale tanto il dottor Catrini che il dottor Buttiglieri si impegnavano a far sì che anche di mattina, almeno un giorno a settimana, rispondesse direttamente l’operatore per gli anziani e altri utenti. Evidentemente – dice Capici – così non è perché i vertici non vogliono venire meno al loro orgoglio e quindi tutto è rimasto come prima. Inoltre, questo malcostume non si rileva solo a livello pubblico ma anche a livello privato per cui tanto per fare un esempio per prenotare una radiografia da un privato o altro ambulatorio ci si deve mettere l’anima in pace, parlare con una voce elettromagnetica per due ore e poi comunque nessuno ti risponde. Oggi, è diventato fin troppo comodo dire che tutto funziona male perché c’è stato il Covid. Sarebbe invece molto più serio e più saggio ammettere che ci sono delle carenze e venire incontro alle esigenze dell’utenza del territorio. Ovviamente, hanno sorvolato e sottaciuto il resto della lettera perché la sanità a Gela non funziona, i reparti dell’ospedale sono pressoché indecenti e proprio ieri l’altro, personalmente, sono andato per una visita e ho trovato letteralmente indecente e perfino poco salubre lo spazio esterno antistante che era pieno di rifiuti di ogni categoria”. A Capici, infatti, non è bastata la nota di riscontro, redatta dal management di Asp. Ha scelto di rivolgersi all’assessore regionale alla sanità.
“E’ davvero così difficile fare in modo che le persone vengano visitate in un orario decente, all’interno degli ambulatori, e che si tolga una volta per tutte questa pessima abitudine di dover prenotare e parlare con una voce magnetica? Ovviamente – aggiunge Capici nella missiva inviata all’assessorato regionale – come già fatto in precedenza, essendo in attesa di risposte dalla procura di Caltanissetta continuerò con le mie ricerche e a mandare altro materiale, così da provare tutto quello che è stato detto in dieci anni sulla discutibilissima gestione della sanità del sud della provincia, e soprattutto a Gela”.