Gela. Quattro anni fa, secondo i pm della procura, i vertici di Tekra, l’azienda campana che continua a gestire in proroga l’appalto rifiuti in città, avrebbero interrotto il servizio di raccolta. Uno stop, pure alle attività aggiuntive, che generò cumuli in strada, per diverse settimane dati alle fiamme. Fatti, che risalgono al periodo dell’allora giunta Messinese, che hanno portato a processo l’imprenditore Alessio Balestrieri, tra i riferimenti della società campana. Questa mattina, davanti al giudice Miriam D’Amore, è stato aperto il dibattimento. Il magistrato ha autorizzato l’ammissione delle parti civili. Le associazioni “Aria nuova” e “Amici della Terra”, infatti, sono nel giudizio, ritenendosi lese per le conseguenze ambientali che i roghi dei rifiuti avrebbero generato. La richiesta di costituzione è stata avanzata dai legali delle associazioni, gli avvocati Salvo Macrì e Joseph Donegani. Hanno citato il precedente di un’altra costituzione, sempre per interruzione di pubblico servizio, ma in una vicenda che riguarda le forniture idriche.
I rappresentanti delle due associazioni, Saverio Di Blasi ed Emanuele Amato, in quel periodo segnalarono i roghi e i cumuli, presentando anche delle denunce. Contestazioni che per la difesa dell’imprenditore, sostenuta dall’avvocato Sinuhe Curcuraci, non avrebbero fondamento. L’azienda, secondo questa linea, avrebbe operato in base ai provvedimenti emessi dal Comune e non ha alcuna responsabilità per i roghi appiccati. Le fiamme ricoprivano cumuli sempre più estesi, presenti praticamente in ogni zona della città. Anche l’accusa, in aula con il pm Pamela Cellura, ha formulato le proprie richieste istruttorie. La difesa ha anche indicato come il procedimento possa avere un diretto legame con un altro giudizio in corso e che riguarda l’esecuzione del capitolato d’appalto per il servizio rifiuti. In aula, per i primi testimoni, si ritornerà ad ottobre.