Gela. Il presidente della regione Rosario Crocetta è sceso in piazza Umberto I a sostegno della candidatura del sindaco Angelo Fasulo ed è scattata la protesta.
La protesta scoppiata in piazza. Fischi e cori all’insegna dell’ “andatevene a casa!” hanno caratterizzato l’intero comizio. Gli interventi del sindaco uscente Angelo Fasulo, dello stesso Crocetta, del deputato regionale Giuseppe Arancio e del senatore Giuseppe Lumia sono stati subissati da fischi e insulti. Gli agenti di polizia presenti in piazza hanno dovuto riportare l’ordine, creando un cordone di sicurezza. La protesta è scoppiata soprattutto davanti a temi come la gestione idrica e gli sviluppi della vertenza Eni. “Siete stati pagati per protestare” ha replicato il presidente Rosario Crocetta che ha puntato il dito verso l’altro candidato a sindaco Saverio Di Blasi, presente in piazza a contestare gli interventi degli esponenti vicini al sindaco Angelo Fasulo. “Voi che vi spacciate da ambientalisti, avete fatto chiudere la raffineria”, ha replicato ancora Crocetta. In piazza, oltre ai sostenitori del sindaco uscente, c’erano molti operai scontenti, disoccupati e rappresentanti di altre liste e candidati. Quello di piazza Umberto I è stato il primo comizio pubblico della coalizione a sostegno di Angelo Fasulo.
Parla spesso in dialetto, come a volersi fare capire da tutti. “Mi spiace per la delusione che proverete a fine mese quando Fasulo sarà rieletto – urla Saro mentre i fischi continuano – se mi fate spiegare o consentite a quelli che vogliono ascoltare di sentire. Senti io non parlo con gli amici dei Di Giacomo! A Livorno Eni ha chiuso e licenziato, noi questa città l’abbiamo salvata perché questa è la città del presidente della Regione. A qualcuno può dispiacere ma compri dei limoni e se ne faccia una ragione. Qui partiranno 18 cantieri. Nei prossimi giorni sono previsti impianti solari e 300 posti di lavoro e partiranno martedì; 20 milioni per la diga Disueri.
“Vi siete dimenticati delle cose fatte. Qui arriveranno 450 milioni. Ce li mette la Regione, il presidente della Regione che è gelese”.
Beve un bicchiere d’acqua e quando dalla statua di Cerere gli fanno il segno delle manette alla Mourinho il governatore non si scompone e replica prontamente. “Non ti preoccupare che in galera te li porto le sigarette. Alle tue minchiate non ci credono. Qui siamo difronte ad una svolta. O Gela si ubriaca e corre dietro ad un nucleo un po’ disturbato, perché se l’alternativa è il niente valutatelo. Se i candidati sono questi Fasulo santo subito”.
“Sapevamo di dover affrontare una piazza difficile – ha detto il sindaco Fasulo – e lo abbiamo fatto come sempre, mettendoci la faccia, con il coraggio delle cose realizzate in questi anni. Sapevamo anche di dover fare i conti con le contestazioni. Massimo rispetto per chi lo ha fatto perchè vive una situazione difficile, aggravata da una crisi che ha rallentato lo sviluppo in questi anni. A questa gente dobbiamo dare risposte ancora più concrete per consentire loro di poter vedere oltre e per consentirgli di tornare ad avere speranza. Nessun rispetto invece per chi, ed erano tanti, era lì a contestare strumentalmente, pur essendo candidato a consigliere in altre liste o addirittura candidato a sindaco. Questi atteggiamenti non ci appartengono. Abbiamo sicuramente un altro concetto di Democrazia e un’idea molto più alta del confronto politico e, proprio questi motivi, mai ci sogneremmo di agire in questo modo nei confronti di nessun altro candidato. Oggi siamo scesi in piazza e torneremo a farlo, perchè non ci spaventa il confronto democratico e perché siamo convinti di ciò che abbiamo fatto e di ciò che faremo per questa città. Fortunatamente alla fine saranno sempre i cittadini che decideranno”.