Gela. Non accettano di essere considerati alla stregua di quelli che si accontentano di ricevere “la lista della spesa” o di avere “il compitino da fare”, per giunta, dettato da “chi non c’era, da chi era dall’altra parte, da chi ha cambiato vestito o è arrivato solo ieri”. L’ala critica della maggioranza, che negli ultimi giorni ha aperto un fronte di crisi preoccupante per la coalizione del sindaco Lucio Greco, mette le cose in chiaro e il destinatario principale dell’avviso ai naviganti è proprio l’avvocato. Va bene la “politica inclusiva ed aggregativa di un sindaco, per il bene della città”, ma servono “limiti e paletti”, rifacendosi a quello che gli elettori hanno deciso due anni fa. Quindi, niente porte aperte a prescindere. La posizione dei consiglieri di “Una Buona Idea”, di “Liberamente”, Forza Italia, “Impegno Comune” e dell’indipendente Rosario Trainito, è stata già sintetizzata nella pratica con quanto accaduto tra giovedì e ieri all’assise civica. La maggioranza, ridotta ai minimi, è andata sotto in una votazione importante. Un segnale, forte, che i “critici” hanno voluto lanciare dopo il patto tra il sindaco e Italia Viva. Il ticket siglato dall’avvocato e dai renziani ha spiazzato la maggioranza e c’è chi ha voluto alzare i toni politici. L’hanno fatto i consiglieri “ribelli”, che non hanno partecipato alle ultime due sedute di consiglio, con il resto dei pro-Greco andato in totale affanno. In una nota congiunta parlano di una protesta quasi “costretta” dalle ultime vicende politiche. “L’elezione a sindaco di Lucio Greco, in quanto leader di un progetto civico che ha perfino costretto i partiti che hanno voluto aderirvi a rinunciareai rispettivi simboli, è stata premiata dalla maggioranza dei votanti alle scorse amministrative. Lucio Greco non è stato eletto sindaco solo ed esclusivamente per le sue qualità intrinseche ma perché, con tutta evidenza, ritenuto degna espressione di una proposta di governo della città in contrapposizione ed alternativa ad altre. Non lo diciamo noi – spiegano Davide Sincero, Rosario Faraci, Valeria Caci, Luigi Di Dio, Carlo Romano, Pierpaolo Grisanti, Vincenzo Casciana e Rosario Trainito – ma la storia e i numeri, quelli che non mentono mai. Lucio Greco non ha ottenuto un voto in più rispetto alla coalizione che lo ha sostenuto, semmai il contrario, usufruendo di un effetto trascinamento delle liste a supporto, confermato anche al ballottaggio. Ciò non è un qualcosa che si può mettere in un angolo già all’indomani, lasciandolo cadere nell’oblio col passare del tempo. Una politica ragionevole deve ricordarselo e mai dimenticarlo. Anzi, deve imporselo, fino a rimarcarlo se il caso, come avvenuto nelle ultime due sedute consiliari. Due segnali, ai quali ad un certo punto ci siamo visti costretti a ricorrere”. La maggioranza “critica” mette nero su bianco la vera preoccupazione politica, quella che venga tradito il progetto civico. Parlano addirittura di un possibile “inquinamento”.
“Lo ribadiamo, aprire ad altre forze è auspicabile in vista di un ritorno in termini di risultati e, pertanto, di risposte alla città. Ed è una scelta altrettanto plausibile, sempre che non si corra minimamente il rischio di inquinare e, per certi versi, compromettere il collante a base del progetto civico sposato dai gelesi. Due condizioni – scrivono i consiglieri – che però non ci sembra siano state rispettate nei fatti, fino ad arrivare ad un punto in cui è diventato necessario pubblicamente rilevarlo, senza infingimenti. Abbiamo scelto l’aula consiliare, non i tg, i rotocalchi e i giornali, perché se c’è un progetto civico che non teme ancora di essere smentito, nei numeri così come nella responsabilità delle scelte assunte, è nel civico consesso, tra le fila della maggioranza”. Allontanano l’ombra della protesta per le classiche “poltrone”. “Sbaglia grossolanamente chi pensa, suppone o cerca di infondere malignamente nell’opinione pubblica l’idea che sotto sotto ci sia sempre una questione di poltrone, E’ vero invece il contrario. Non abbiamo mai minimamente pensato di voler dettare la linea al sindaco. Figuriamoci. La maggioranza uscita dalle urne – continuano – ha dimostrato in questo primo periodo di mandato una tale, puntuale e ferma compattezza che in città nessuno dei sindaci eletti a suffragio universale ha mai potuto solo sognare. La valenza all’interno di questa maggioranza di una corposa componente civica, attenta e concentrata solo ai problemi locali anziché abituata a vivere la politica come se fosse una perenne campagna elettorale, non può che esserne la spiegazione. Con questi due segnali, in definitiva, abbiamo semplicemente voluto indicare al primo cittadino che pensare ancora di allargare a nuovi compagni di viaggio è solo una pericolosa perdita di tempo, in cerca di chissà cosa poi. Abbiamo infatti 300 milioni da spendere per la città, che attendono di essere impiegati lungo le linee del programma sottoposto agli elettori”. I civici e i forzisti pongono l’alt politico al sindaco e non escludono scenari politici, anche imprevisti. “Continuare a fare salire in carrozza chi a breve si dedicherà solo alle elezioni regionali, finirà con lo schiacciare un progetto civico già messo in forte sofferenza. A differenza del mare dove il capitano è l’ultimo a lasciare la barca che affonda – concludono – in politica l’esperienza insegna che non di rado accade il contrario”. I “critici” non si tirano indietro e fanno capire che Greco dovrà comunque tracciare confini politici chiari, altrimenti tutto sarà possibile, come accadde ormai tre anni fa con l’allora giunta Messinese, che concluse la propria esperienza ben prima della scadenza naturale del mandato elettorale.