Gela. L’ospedale “Vittorio Emanuele” e l’intera gestione della fase pandemica sono da tempo attraversati dall’onda delle critiche e delle polemiche. Servizi ai minimi, un pronto soccorso sempre più in difficoltà, i reparti che fanno fatica ad andare avanti e quelli da attivare che ancora tardano, compresa la terapia intensiva. Più volte, i sindacati e gli operatori hanno contestato la direzione sanitaria e quella generale dell’Asp. Negli ultimi giorni, anche sul piano dei mezzi di soccorso le cose non vanno affatto bene, con la nuova ambulanza, acquistata ma senza i necessari supporti. Una sfilza di falle gestionali che però pare non abbia inciso sulla fiducia nutrita nei confronti del direttore sanitario Luciano Fiorella, che è anche direttore medico degli ospedali dell’area sud della provincia. Il manager Asp Alessandro Caltagirone, a sua volta destinatario di affondi non da poco, con il deputato Ars Michele Mancuso che ne ha chiesto le dimissioni, ha disposto la nomina di Fiorella a direttore del dipartimento ospedaliero e dell’integrazione ospedale-territorio. Un altro incarico, che verrà coperto con la retribuzione di posizione prevista dal Contratto nazionale, affidato a Fiorella sulla scorta di un avviso pubblico che risale allo scorso anno. Dalla valutazione delle candidature, è emersa quella del manager palermitano.
Secondo Caltagirone, “in ragione dell’esperienza professionale di direttore di Unità operativa complessa e delle recenti notevoli competenze professionali e organizzative dimostrate anche in un complesso contesto epidemiologico”. Caltagirone, insomma, promuove il direttore Fiorella, invece pesantemente contestato anche dai sindacati del comparto, che in più occasioni hanno denunciato una gestione dell’emergenza approssimativa e una situazione generale del nosocomio di Caposoprano, descritta come preoccupante, con un apporto numerico di medici e operatori, sempre più ridotto. L’incarico affidatogli avrà la durata di cinque anni.