Gela. Manca poco più di un mese al termine fissato per l’approvazione e la trasmissione alla Corte dei Conti del piano di riequilibrio, ultima spiaggia per evitare il dissesto dell’ente comunale, attualmente fiaccato da un disavanzo da 118 milioni di euro. Una “tempesta finanziaria”, come la definisce il sindaco Lucio Greco, alimentata quasi esclusivamente da pendenze e scelte del passato. In questi giorni, si stanno susseguendo gli incontri. L’amministrazione comunale, oggi, è stata nuovamente intorno ad un tavolo con il dirigente finanziario Pino Erba e con il segretario generale Carolina Ferro. Tutte le residue forze sono concentrate su questo versante. I revisori hanno già espresso una valutazione non favorevole ai riaccertamenti dei residui attivi e passivi per il rendiconto 2022, altro passaggio sulla carta essenziale nella strada verso il piano di riequilibrio. Gli ostacoli, tecnici e non solo, non mancano. Ritornare nuovamente sui riaccertamenti potrebbe allungare i tempi. Il piano di riequilibrio non può sforare la soglia temporale di fine ottobre, quando è atteso dalla Corte dei Conti. Il dirigente e il segretario generale hanno nuovamente fatto il punto della situazione rapportandosi con il sindaco Lucio Greco e con gli assessori. Negli scorsi giorni, sembra che non sia stata scartata neppure l’ipotesi di un piano di riequilibrio da raggiungere non necessariamente passando dal rendiconto 2022, qualora dovessero emergere ulteriori remore degli organi tecnici. Al 10 agosto mancano gli equilibri di bilancio. E’ stato confermato che su quest’ultimo aspetto e su quello dei riaccertamenti si condurranno nuove verifiche. I tempi stringono e i dodici milioni di euro incassati dal Comune a titolo di royalties estrattive versate da Eni non sembrano affatto decisivi. Almeno otto milioni pare siano da riferire alla precedente contabilizzazione. I restanti quattro milioni, sfruttando la norma varata dall’Ars, potrebbero tornare utili per cercare di stabilizzare i numeri di bilancio. Il dirigente adesso pare intenzionato ad attendere senza voler rinunciare all’incarico a Palazzo di Città ma l’amministrazione comunale di Caltagirone, dalla quale proviene, non sembra disponibile ad uno scavalco. Lo stesso Erba e il segretario generale Ferro hanno affrontato una serie piuttosto lunga di punti che sono tutti all’ordine del giorno nell’agenda dell’amministrazione: dalle difficoltà per arrivare alle variazioni per i progetti e fino appunto alle tappe imminenti, il rendiconto e il piano di riequilibrio.
Il sindaco e la giunta vorrebbero evitare la soluzione del dissesto e anche per questa ragione hanno sottoscritto l’accordo con la fondazione Ifel di Anci, per un ultimo tentativo di avere un supporto specialistico che fino ad ora era stato garantito da consulenti esterni ma senza un vero rapporto formalizzato. Il tempo passa e fine ottobre si avvicina: sarà l’ennesima prova del nove per un’amministrazione che si trova a gestire un municipio depotenziato sia dalla crisi sia dalle ataviche carenze di personale.