Gela. “Lasciare il Movimento cinquestelle? Se dovessi farlo, prima di tutto mi dimetterei da consigliere comunale”. Il grillino Angelo Amato, giovedì sera in aula, ha già annunciato di rinunciare al ruolo di capogruppo, dopo una dura presa di posizione, tutta rivolta a contestare l’istituzione della commissione di indagine sul ciclo dei rifiuti, la seconda in due anni. “La commissione di indagine? Solo giovedì mattina ho saputo che il presidente Alessandra Ascia aveva integrato l’ordine del giorno, prevedendo la trattazione di questo punto – spiega – alla conferenza dei capigruppo, quando è stata proposta, non ero presente ma c’erano i colleghi del mio stesso gruppo consiliare, che invece hanno deciso di sostenere la proposta. Non sono stato interpellato. Da quando sono diventato consigliere comunale, mi occupo di rifiuti. Ho fatto segnalazioni alle autorità competenti e sono autore della controrelazione, che ho redatto perché non condividevo le conclusioni alle quali giunse la prima commissione di indagine. Credo, come hanno sostenuto anche altri consiglieri, che si vada solo a sminuire quanto già fatto, spendendo ulteriori soldi. Il fatto di non prevedere gettoni di presenza, non esclude però i rimborsi che spettano comunque alle società datrici di lavoro dei consiglieri impegnati nelle attività”.
Amato si è sempre dimostrato scettico circa la riproposizione della commissione di indagine e adesso ha rotto anche con il gruppo consiliare pentastellato, almeno su questo fronte. “Non posso accettare certe situazioni – conclude – perché, da consigliere comunale, mi sono sempre mosso per far emergere le anomalie in questo settore e sono stato a fianco dei lavoratori del servizio di raccolta e smaltimento dei rifiuti. Adesso, le commissione di indagine bisognerebbe promuoverle anche su altri fronti. I riferisco ad Eni, ad Agroverde ma anche alla vicenda del ciclo idrico. So, però, che sono temi poco graditi”.