Gela. L’iniziale struttura del pronto soccorso Covid, al “Vittorio Emanuele”, è stata fermata e ieri i pazienti positivi venivano trasferiti a malattie infettive, ma senza alcun percorso riservato, quindi con il rischio che gli operatori e gli stessi pazienti potessero venire a contatto, anche con altri utenti dell’ospedale. Una situazione di assoluta emergenza, che ha generato non poche resistenze, visto l’aumento progressivo dei contagi in città. Anche gli operatori del 118 si trovano a lavorare in condizioni estreme, come ha dimostrato l’aggressione subita da uno di loro. Questa mattina, però, qualche spiraglio sembra essersi aperto. Pur in assenza di un vero percorso dedicato solo a pazienti Covid, è stata attivata la nuova struttura del pronto soccorso, che dovrebbe consentire di evitare contatti tra positivi e altri pazienti del nosocomio. La pressione sul “Vittorio Emanuele” di Caposoprano è tornata ad essere a livelli quasi insostenibili, soprattutto perché mancano posti e personale.
Diversi pazienti Covid sono stati trasferiti in altre strutture ospedaliere. Più in generale, sono tante le lamentele, che arrivano anche da comitati e associazioni. Il comitato “Sos Vittorio Emanuele” è tornato a denunciare i tagli e la complessiva gestione della pandemia, ritenuta non efficiente. “La direzione – hanno spiegato Luciana Carfì e Filippo Franzone – si rivela incapace di programmare risposte puntuali ai numerosi cittadini bisognosi di sostegno e cure, anche in tempi pre-pandemia, sempre più inadeguata a rispondere alle esigenze che la pandemia genera nel territorio”. “La pandemia ha solo reso più lampante una situazione di disagio già manifesta. Nel 2020, quando si rese necessario istituire un reparto Covid all’interno del nosocomio, si scelse di sacrificare il reparto di psichiatria con la promessa che sarebbe stato riaperto. Il reparto non è più stato ripristinato, neanche in altri locali, nonostante la narrazione sul territorio lo indichi come necessario”, hanno aggiunto. Il comitato ha segnalato la presenza di alcuni pazienti parcheggiati al pronto soccorso infettivologo da giorni, in attesa di essere collocati altrove, mentre il reparto di medicina si riempie e i posti in terapia intensiva si riducono drasticamente. Franzone e Carfì hanno invocato le dimissioni della governance di Asp, davanti ad una gestione ritenuta caotica e carente.