Corruzione per l’appalto a Tekra, aperto dibattimento: a giudizio anche ex sindaci

 
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Gela. Le contestazioni sono pesanti, compresa quella di corruzione. E’ stato aperto il dibattimento nei confronti di dieci imputati, tutti accusati di presunte irregolarità nell’affidamento e nella successiva gestione del servizio rifiuti, che venne affidato a Tekra. A processo, dopo il rinvio a giudizio, ci sono anche gli ex sindaci Angelo Fasulo e Domenico Messinese e ancora la proprietà di Tekra, con Alessio Balestrieri, Antonio Balestrieri e Maria Cerasuolo, oltre al referente locale del gruppo Andrea Dal Canton, l’ex commissario Ato Giuseppe Panebianco, il dirigente comunale Patrizia Zanone, l’ex direttore per l’esecuzione del contratto Valter Cosentino e la dirigente Concetta Meli, già in servizio all’Ato rifiuti. Il Comune è parte civile. In apertura, le difese di tutti gli imputati hanno sollevato diverse eccezioni, anche sul contenuto delle contestazioni e dei temi di prova sui quali verranno sentiti i testimoni. I primi dovrebbero essere in aula a luglio. Si tratta di militari della guardia di finanza che effettuarono accertamenti e controlli, anche contabili, e dell’imprenditore Giuseppe Romano, che denunciò possibili irregolarità nell’affidamento dell’appalto rifiuti, poi aggiudicato a Tekra. Tutti gli imputati hanno sempre escluso irregolarità, sostenendo che il servizio venne affidato regolarmente e non ci sarebbero state anomalie nella gestione. I pm Mario Calabrese e Luigi Lo Valvo, che sostengono l’accusa in giudizio, già in udienza preliminare fecero riferimento ad ipotesi di “corruttela”. Per i pm, ci sarebbero stati accordi per arrivare all’affidamento a Tekra e alle successive proroghe. Sono stati passati in rassegna anche i servizi che non sarebbero stati svolti, nonostante fossero previsti dal contratto, oltre ad una serie di presunte irregolarità, favorite secondo l’accusa da accordi illeciti. Secondo le contestazioni, ci sarebbe stata una catena di disfunzioni, presunti accordi e illeciti.

Gli imputati sono difesi dagli avvocati Flavio Sinatra, Maria Licata, Rocco La Placa, Sinuhe Curcuraci, Salvatore Morreale, Franca Gennuso, Antonio Gagliano, Venere Salafia e Giuseppe D’Alessandro. In aula, si tornerà ad aprile per l’incarico da affidare ai periti, che si occuperanno di trascrivere il contenuto delle intercettazioni. Il dibattimento si tiene davanti al collegio penale del tribunale, presieduto dal giudice Miriam D’Amore (a latere Eva Nicastro ed Ersilia Guzzetta).

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