Corruzione per l’acqua, comunale e “padroncino” dal gup: possibili riti alternativi

 
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Gli indagati ripresi durante gli incontri al punto di rifornimento di Montelungo

Gela. In aula, davanti al gup Francesca Pulvirenti, ritorneranno il prossimo gennaio. Il dipendente comunale cinquantaquattrenne Rosario Moscato e il quarantaquattrenne Gaetano Cassarà, titolare di una ditta per le forniture idriche, sono accusati di corruzione, per essersi appropriati di quantitativi d’acqua, prelevandoli dal punto di carico comunale di Montelungo. Secondo i pm e i finanzieri, Moscato avrebbe intascato denaro da Cassarà, per consentirgli rifornimenti idrici direttamente dal punto di Montelungo, destinato solo ai mezzi comunali. I difensori, gli avvocati Nicoletta Cauchi e Fabio Fargetta, hanno preannunciato di voler valutare riti alternativi.

Gli investigatori, in fase di indagine coordinati dai sostituti Luigi Lo Valvo e Mario Calabrese, imputano ai due coinvolti anche la disponibilità di un’arma, che pare volessero usare forse per fare pressioni su un funzionario comunale che aveva scoperto qualcosa rispetto ai loro rapporti. L’arma però non è mai stata trovata.

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