MILANO (ITALPRESS) – L’Indice di percezione della corruzione 2019 (CPI) pubblicato da Transparency International, vede l’Italia al 51° posto nel mondo con un punteggio di 53 punti su 100, migliore di un punto rispetto all’anno precedente. L’Italia pur segnando un lieve miglioramento, rallenta la sua scalata alla classifica globale della corruzione. Il nostro Paese guadagna ben 12 punti dal 2012 a oggi, ma l’ultimo anno segna una decisa frenata rispetto ai precedenti. Dominano la classifica Danimarca e Nuova Zelanda come già l’anno scorso. Stesso discorso per il fondo del ranking, dove troviamo ancora Somalia e Sud Sudan.
In particolare, come dimostrano i recenti fatti di cronaca, da Foggia alle Madonie, da Reggio Calabria a Reggio Emilia, la criminalità organizzata – osserva Transparency International – ancora spadroneggia nel nostro Paese, preferendo spesso l’arma della corruzione che oggi ha assunto forme nuove, sempre più difficili da identificare e contrastare efficacemente.
Altra questione rilevante – sottolinea – è la regolamentazione del lobbying e dei conflitti di interesse: non è certo un buon esempio di trasparenza la recente abolizione degli obblighi di comunicazione dei redditi e dei patrimoni dei dirigenti pubblici attuata dall’ultima legge finanziaria. Transparency menziona per importanza anche il tema degli appalti pubblici, oggetto di attenzione di funzionari e imprenditori corrotti.
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