Gela. I controlli vennero estesi a diverse aree rurali della città. Fu accertata la presenza di decine di invasi artificiali per la raccolta dell’acqua, ma realizzati senza autorizzazioni. Una ventina di proprietari terrieri e agricoltori ha dovuto rispondere alle contestazioni, in dibattimento davanti al giudice Marica Marino. E’ stata accertata l’intervenuta prescrizione. I controlli, condotti dalla municipale, toccarono diverse contrade, in città e nelle aree limitrofe. Uno degli agenti, sentito in aula, ha subito precisato che la quasi totalità degli invasi risultò essere stata realizzata anche prima del 2001. Un lasso di tempo che ha indotto il pm Tiziana Di Pietro a richiedere l’estinzione di due capi di accusa, proprio per l’intervenuta prescrizione. Ha concluso per la condanna ad un’ammenda rispetto all’ipotesi di deturpamento di bellezze naturali. Al termine del dibattimento, il giudice ha confermato la prescrizione e deciso invece l’assoluzione solo per una delle posizioni. I difensori, nelle conclusioni finali, hanno insistito pure per assoluzioni nel merito, senza comunque rinunciare alla prescrizione. Molti hanno precisato che quegli invasi non vennero realizzati dagli imputati ma da chi gli aveva ceduto i terreni.
In alcuni casi, proprio gli appezzamenti verificati risultavano di proprietà di terzi o di enti. Tra i legali di difesa, gli avvocati Vittorio Giardino, Rocco Guarnaccia, Giuseppe D’Alessandro, Flavio Sinatra, Cristina Alfieri, Francesco Spataro, Riccardo Balsamo, Riccardo Incarbone e Mirko Maniglia.