Gela. Altre famiglie sono già pronte ad agire in giudizio contro le società del gruppo Eni e gli enti che avrebbero dovuto effettuare i controlli di prevenzione contro il rischio di contaminazione ambientale. Presidenza del consiglio e Comune escludono responsabilità. E’ una delle novità che emerge mentre, questa mattina, si è aperto il giudizio civile scattato a seguito dell’iniziativa di una decina di famiglie, tutte rappresentate dall’avvocato Emanuele Maganuco. Chiedono un maxi risarcimento non solo per le patologie contratte, in alcuni casi gravissime malformazioni, ma anche per aver dovuto soffrire lutti, sostenendo una quotidianità di vita condizionata dal rischio di ammalarsi. Intanto, davanti al giudice civile del tribunale di Caltanissetta Andrea Gilotta, si sono presentate tutte le parti del procedimento. Non solo le famiglie che hanno deciso di agire con l’avvocato Emanuele Maganuco ma anche i legali di tutte le società del gruppo Eni chiamate in causa, oltre alla Presidenza del consiglio dei ministri, all’ex provincia di Caltanissetta e al Comune. Proprio l’ente comunale, con l’avvocato Mario Cosenza, ha subito esposto le proprie ragioni, contenute in una apposita memoria. Sarebbero stati effettuati tutti gli interventi previsti nella competenza comunale proprio per prevenire fenomeni d’inquinamento e contaminazione legati alla presenza industriale, con tanto di ordinanze ufficiali. Inoltre, è stato sottolineato come le amministrazioni comunali succedutesi nel tempo abbiano scelto, perlomeno negli ultimi anni, di costituirsi sempre parte civile nei vari procedimenti penali scaturiti dalle indagini dei magistrati della procura. Una linea seguita anche dai legali della Presidenza del consiglio dei ministri che hanno fatto leva sulla nomina, già dopo lo stato d’emergenza del 1999, di un commissario individuato nel presidente della regione. Insomma, sia il Comune che la Presidenza del consiglio escludono responsabilità rispetto a mancati interventi e controlli.
La Regione non si è costituita. Non si sono invece costituti in giudizio i legali dell’assessorato regionale territorio e ambiente, quelli di Ispra e Arpa e ancora la Presidenza della regione. Tutti enti, di controllo e istituzionali, chiamati in causa dalle famiglie colpite. Così, il giudice Gilotta ha scelto di aggiornare il giudizio al prossimo 30 novembre, anche per consentire la costituzione alle parti che non lo abbiano ancora fatto.