Gela. Assolto “per non aver commesso il fatto”. Il collegio penale del tribunale, presieduto dal giudice Miriam D’Amore, ha emesso la propria decisione nei confronti dell’imprenditore dell’ortofrutta all’ingrosso Santo Valenti. Venne coinvolto nel maxi blitz “Extra fines-Druso”, coordinato dai pm della Dda di Caltanissetta e da quelli di Roma. Per l’accusa, avrebbe chiesto al boss Salvatore Rinzivillo, punto essenziale dell’inchiesta, di intercedere con grossisti di un mercato dell’hinterland romano, per riscuotere un credito da circa 180mila euro. Secondo i pm della Dda, Valenti avrebbe fatto parte di quel sistema, facendo leva sui contatti con il boss. “Volevano imporre le loro regole nei mercati della zona”, ha spiegato in aula il pm Stefano Strino. L’accusa ha chiesto dieci anni di reclusione per Valenti, ricordando una pronuncia, ancora non definitiva, proprio a carico dell’imprenditore ma nel filone processuale dell’inchiesta “Druso”. La difesa, sostenuta dall’avvocato Flavio Sinatra, nelle conclusioni ha ripercorso gli elementi di indagine e quelli maturati in giudizio. E’ stato spigato che Valenti fu “sicuramente leggero nel rivolgersi al Rinzivillo” ma non ebbe mai un ruolo nel tentativo di estorsione agli imprenditori romani.
L’imputato avrebbe cercato un contatto con Rinzivillo perché gli venne riferito che conosceva gli imprenditori. Ci furono incontri in una sala giochi. Secondo la difesa, Valenti non seppe più nulla né riuscì a recuperare quel credito, subendo un danno notevole. Peraltro, sporse denuncia contro gli imprenditori, “che contattarono un uomo di mafia di Palermo” per intimidirlo. Tra gli atti, sono stati prodotti quelli della revoca della confisca di diversi beni riferibili all’imputato. Il collegio ha emesso una sentenza di assoluzione.