Gela. Il consiglio direttivo dell’Ati ha approvato tutti gli atti, compresi quelli trasmessi da Caltaqua, dicendo sì agli aumenti tariffari per gli anni 2022 e 2023. “Aggiornamenti che sono un obbligo di legge, predisposti da consulenti dell’ente specializzati in materia e predisposti secondo i metodi dettati dall’Arera”, ha precisato il presidente dell’Assemblea territoriale Massimiliano Conti, nel corso della riunione del consiglio direttivo. In base alla documentazione e ai dati elaborati dagli esperti, l’incremento è del 5,2 per cento per il 2022 e del 2,7 per cento per il 2023. Sono state indicate come variazioni “congrue”. Conti e il direttore generale Ati Antonino Collura, richiamando gli obblighi previsti dalla normativa e dalle deliberazioni Arera, hanno spiegato ai sindaci che le variazioni tariffarie sono da collegare “all’aumento del costo dell’energia elettrica, come è a tutti noto, che incide e inciderà non poco sulle tariffe”. C’è inoltre la “grave morosità registrata specie da parte degli enti pubblici che, anche questa, aggrava la situazione, determinando i previsti aumenti”, è stato riportato nel verbale della riunione. I vertici di Ati sono certi che questi aumenti siano comunque controbilanciati da “un evidente innalzamento della qualità del servizio”. Gli investimenti sbloccati e il “pungolo” che arriva da Ati sono decisivi, secondo la guida dell’Assemblea territoriale. Valutazioni che non hanno trovato riscontro dal sindaco Lucio Greco, l’unico a votare contro l’approvazione degli atti e gli aggiornamenti tariffari. L’avvocato ha nuovamente posto l’accento sulla “carenza” del servizio in città e su una situazione generale che ha definito “grave”, anche sulla base delle segnalazioni giornaliere che arrivano dagli utenti. I primi cittadini di Caltanissetta, Niscemi, Sommatino, Marianopoli e Milena, invece, hanno detto sì, precisando che si “tratta di un obbligo di legge”. In generale, ad esclusione del sindaco Greco, gli altri componenti del consiglio direttivo, compreso il sindaco di Niscemi che presiede l’Ati, hanno descritto un servizio idrico in miglioramento. Il sindaco di Sommatino Salvatore Letizia ha approvato i provvedimenti, dicendosi comunque ancora “non pienamente soddisfatto” della qualità del servizio fornito dall’azienda italo-spagnola. Il consiglio direttivo si è espresso favorevolmente, a maggioranza, sulla relazione di accompagnamento degli obiettivi di qualità 2022-2023, sul programma degli interventi e sul Piano delle opere strategiche. Sono passati l’aggiornamento del Programma degli interventi e l’aggiornamento al piano economico finanziario, oltre a tutta la documentazione trasmessa dagli uffici manageriali di Caltaqua. Dall’azienda sono pervenute ad Ati istanze di riconoscimento dei “conguagli RC arc e RC cong”, dei “costi aggiuntivi di energia elettrica per l’anno 2021” e ancora dei “costi previsionali “Op Mis” e dei “maggiori costi operativi (Opex New) relativi alla gestione di nuovi impianti di depurazione e potabilizzazione”, insieme alla relazione di validazione dei dati tecnico-contabili 2020-2021. I manager della società hanno confermato che l’avvio di nuovi impianti (due depuratori e il potabilizzatore in città), gli investimenti sulla rete e l’aumento dei costi causati dalla crisi energetica, vanno controbilanciati con gli aggiornamenti tariffari che Ati indica come obbligatori per legge. Tutto viene vagliato dall’Arera. In città, nonostante tavoli tecnici e investimenti annunciati, i distacchi e i guasti sono frequenti e il sindaco Greco l’ha ribadito durante il consiglio direttivo.
Ati e l’azienda hanno inoltre trovato un’intesa complessiva sui contenziosi, economicamente assai consistenti. L’Assemblea territoriale, dal 2027, inizierà a versare le quote di un lodo arbitrale da oltre undici milioni di euro, che ha dato ragione all’azienda che gestisce il servizio. C’è stata la rinuncia agli interessi legali. I manager di Caltaqua non andranno avanti con l’appello contro la sentenza Tar che aveva indicato come legittima la manovra tariffaria 2018-2019 rispetto ai costi di acquisto all’ingrosso dell’acqua per gli anni 2016-2017. Caltaqua, su un altro fronte, ha da poco avviato un’azione giudiziaria citando direttamente la presidenza della Regione, che a sua volta ha chiamato in giudizio l’Ati. L’azienda italo-spagnola ritiene di avere diritto a somme per circa sei milioni di euro sulla base di una normativa del 2004 che prevedeva, nella prima fase di avvio del servizio privato, un contributo a carico della Regione come “differenza tra la tariffa che consente l’equilibrio economico del piano d’ambito e la tariffa derivante dall’applicazione del metodo normalizzato al netto delle riduzioni tariffarie derivanti dall’affidamento del servizio idrico integrato da parte degli Ambiti territoriali ottimali”.
AVETE LA SFACCIATAGGINE DI AUMENTARE I COSTI DELL’ACQUA SIETE GENTE SENZA PUDORE, BENE HA FATTO IL SINDACO GRECO A NON FIRMARE