Gela. “La Cassazione ha annullato la confisca dei beni immobili di proprietà di Consiglio, come in parte aveva già fatto la Corte d’appello di Caltanissetta”. Il provvedimento di confisca, diventato definitivo e che è stato eseguito nelle scorse ore dai poliziotti dell’anticrimine di Caltanissetta, non riguarda i beni immobili, compresa l’abitazione della famiglia dell’ambulante. Lo spiegano i legali del cinquantaquattrenne, in passato coinvolto nell’inchiesta antimafia “Inferis”. Gli avvocati Giacomo Ventura e Salvo Macrì, ad inizio anno, si sono rivolti alla Cassazione, dopo aver impugnato la decisione della Corte d’appello nissena, che confermò la confisca del resto del patrimonio, ma aveva già disposto la restituzione di una parte dei beni immobili.
I giudici romani hanno accolto la linea difensiva, disponendo l’annullamento anche per gli altri immobili ancora sotto sequestro, senza dichiararne la confisca. Rimangono a disposizione dell’ambulante e dei suoi familiari. Consiglio, anche nel corso del procedimento penale che lo riguarda per i fatti del blitz “Inferis”, ha sempre sostenuto di non aver mai avuto rapporti con il gruppo criminale di Peppe Alferi, ma anzi di aver subito più volte minacce e atti intimidatori.
“La difesa di Consiglio, peraltro, proprio sulla base della favorevole pronuncia della Suprema Corte, intenderà rivalutare ulteriori strumenti volti a chiedere la revoca del sequestro anche del patrimonio mobiliare – dice l’avvocato Macrì – la cui pronuncia appare distonica rispetto alla pronuncia dei giudici di legittimità. Tali precisazioni appaiono necessarie per restituire alla diffusione della notizia la reale consistenza o almeno una dimensione quanto più vicina al reale sviluppo processuale della vicenda. Dire che l’intero patrimonio mobiliare ed immobiliare sia stato sequestrato, per un valore addirittura pari a 500 mila euro, non corrisponde a verità”.