Gela. Vivevano in un appartamento di via Lisia, nella zona di Carrubbazza, abbandonati a loro stessi.
La scoperta dei sanitari e dei carabinieri. Senza acqua corrente, senza energia elettrica, nel degrado di un’abitazione fatiscente. A ritrovare la coppia di anziani furono gli operatori del servizio sanitario 118 che chiesero l’intervento dei carabinieri della radiomobile. I due anziani, ormai da tre giorni, non riuscivano a muoversi dai rispettivi letti. Così, le accuse hanno raggiunto due figli della coppia. Devono rispondere di abbandono d’incapaci. Una conferma dello stato di assoluto degrado dell’abitazione di via Lisia è arrivata dalla parole di uno dei carabinieri intervenuti sul posto, sentito in qualità di testimone davanti al giudice Manuela Matta.
“Erano in pessime condizioni”. In base alla ricostruzione, i coniugi sarebbero stati colpiti da scabbia. “Entrando nell’appartamento – ha spiegato il militare – ci accorgemmo subito delle pessime condizioni degli anziani e della loro abitazione. Il tanfo era intenso”. I due figli, difesi dall’avvocato Salvo Macrì, finirono al centro degli approfondimenti d’indagine dopo i primi accertamenti effettuati dagli inquirenti. Uno si sarebbe trovato lontano dalla città a seguito d’impegni lavorativi; l’altro, invece, non si sarebbe curato di accertarsi delle condizioni dei genitori. La madre, dopo essere stata colpita da un ictus, era stata dimessa dall’ospedale Vittorio Emanuele solo pochi giorni prima rispetto all’arrivo dei carabinieri che la trovarono praticamente immobilizzata a letto.