Gela. A poche ore dalla vigilia del natale di tre anni fa, si era presentato, con tanto di pistola e taglierino, negli uffici dell’assessorato ai servizi sociali. L’irruzione ai servizi sociali. “Datemi i soldi o faccio una strage!” avrebbe minacciato l’operaio sessantenne Rocco Rodoti. Davanti al giudice Ersilia Guzzetta, però, le accuse si sono notevolmente attenuate e, alla fine, l’imputato è stato condannato solo al pagamento di un’ammenda da settecento euro. In questo modo, è passata la linea portata avanti in aula dai suoi difensori di fiducia, i legali Maurizio Scicolone e Rosario Prudenti. Nel corso del dibattimento, infatti, è emerso come la pistola mostrata all’usciere fosse solo un’arma giocattolo. Lo stesso dipendente comunale ha escluso di essersi intimorito davanti alle richieste di un utente in evidenti difficoltà economiche che, comunque, non avrebbe utilizzato alcuna arma. Il pubblico ministero Sonia Tramontana aveva chiesto la condanna a otto mesi di reclusione. Il giudice Guzzetta, invece, ha deciso l’assoluzione per l’accusa di minaccia e imposto l’ammenda da settecento euro solo per il possesso del taglierino e della pistola giocattolo. Lo stesso imputato, al momento dell’arresto da parte dei carabinieri del reparto territoriale, aveva confessato di essersi recato tra gli uffici del settore servizi sociali con l’obiettivo di chiedere un contributo economico e portare a casa qualcosa destinata alla sua famiglia.