Gela. C’è anche chi ha dichiarato di rinunciare al gettone di presenza per la seduta, come il consigliere di “Un’Altra Gela” Pierpaolo Grisanti. La maggioranza del sindaco Lucio Greco continua a tenere salda la linea e anche al termine del consiglio monotematico sulla situazione finanziaria del Comune, l’opposizione (che ha voluto la convocazione) esce a mani vuote. L’alleanza di Greco ha votato contro l’atto d’indirizzo finale, firmato da tutti i consiglieri d’opposizione. “Una seduta inutile”, così l’ha bollata il capogruppo di “Un’Altra Gela” Giuseppe Morselli. In sostanza, un nulla di fatto. Dai banchi opposti a quelli di maggioranza, hanno tentato la sortita, chiedendo conto e ragione dei numeri finanziari del municipio e proponendo una serie di priorità. Dai debiti fuori bilancio alle transazioni con Tekra e Ato, fino agli espropri per l’ampliamento del cimitero Farello. Tutti punti deboli nelle economie del palazzo, almeno secondo i consiglieri del drappello d’opposizione. Il dirigente al bilancio Alberto Depetro, però, è stato molto schietto. “Siamo tra quei pochi Comuni in Sicilia – ha detto – con un equilibrio finanziario solido”. I numeri, comunque, non sono di certo “d’oro” e l’ha fatto capire lo stesso dirigente. “Abbiamo rilevato una massa passiva del contenzioso da sedici milioni di euro – ha detto – ma c’è quella attiva da venti milioni, soprattutto nei confronti di enti pubblici”. In fase commissariale, sono state approvate non meno di duecento delibere, tutte con debiti fuori bilancio, già riconosciuti da sentenze. I sette milioni di euro che l’ente ha incassato dalla transazione con Eni, sull’Ici per le piattaforme del gruppo, sono serviti “ad imbrigliare i debiti fuori bilancio”, ha proseguito il dirigente. “Debiti fuori bilancio, come ha già prescritto la Corte dei Conti, non ce ne saranno – ha spigato il vicesindaco Terenziano Di Stefano – perché abbiamo deciso che si opererà solo con precisi impegni spesa, anche per le manifestazioni. Anche noi riteniamo che il bilancio approvato necessiti di una ristrutturazione”. In municipio, intendono chiudere la maxi transazione con l’Ato Cl2, che si trascina da un paio di anni. L’ente si accollerà i costi della fase post-mortem delle vasche di Timpazzo, a compensazione del debito e si tratta per ricomprendere i debiti maturati fino al 2018. Sia Depetro che l’assessore Grazia Robilatte sembrano parlare la stessa lingua e hanno risposto alle richieste giunte dai banchi dell’opposizione. Il capogruppo di “Avanti Gela” Salvatore Scerra la stoccata non l’ha fatta mancare. “Ci interessa capire chi comanda politicamente in questa amministrazione – ha esordito – forse, comanda il dirigente Depetro?”. Non è la prima volta che il consigliere tenta l’affondo sul rapporto tra il dirigente al bilancio e la gestione politica del Comune.
Non sono mancate richieste di chiarimenti, rivolte alla giunta, da Sandra Bennici di Fratelli d’Italia, Salvatore Incardona dell’Udc, Virginia Farruggia del Movimento cinquestelle e dai banchi della Lega, con l’ex candidato a sindaco Giuseppe Spata. Per il blocco politico del sindaco, però, il tentativo targato opposizione sarebbe solo strumentale. La dem Alessandra Ascia, il forzista Luigi Di Dio, Vincenzo Cascino di “Azzurri per Gela” e Rosario Faraci di “Una Buona Idea” hanno ribadito il concetto, ovvero seduta inutile e richieste che potevano essere inoltrate “senza spendere i soldi necessari ad una seduta di consiglio”. Anche per questo motivo, Grisanti di “Un’Altra Gela”, al termine del suo intervento, ha deciso di rinunciare al gettone di presenza. Il finale era già piuttosto scontato, no all’atto d’indirizzo firmato dall’opposizione. Tra i punti indicati, la necessità di mettere a gara servizi importanti come il trasporto disabili e la refezione scolastica, la programmazione dei fondi (nazionali e comunitari), l’adeguamento dei mezzi pubblici per i diversamente abili, ma anche il baratto amministrativo. La maggioranza ritiene che siano già tra le priorità del sindaco e dei suoi assessori. Quindi, atto d’indirizzo bocciato.