Gela. La somma da restituire, 900 mila euro, è di quelle difficili da recuperare, soprattutto per un ente, da anni in liquidazione. Lo scorso maggio, dalla Regione era arrivato il provvedimento destinato all’Ato rifiuti Cl2 in liquidazione. All’ente, guidato dal commissario Giuseppe Lucisano, venivano concessi trenta giorni per restituire una parte delle somme, ritenute non certificate, del finanziamento che servì alla realizzazione dell’impianto di compostaggio di Brucazzi, ancora sotto gestione dell’Ato. L’ambito ha però deciso di impugnare il provvedimento, rivolgendosi ai giudici del Tar. Ci sono stati accertamenti e controlli, ma anche un confronto che Lucisano avrebbe avuto direttamente con dirigenti e funzionari regionali. Secondo i riscontri di Ato, non ci sarebbero i presupposti per ritenere fondata la richiesta arrivata da Palermo. L’ente, quindi, non avrebbe nessun obbligo di restituzione delle somme, vista l’assenza di anomalie nella gestione dei fondi, principalmente comunitari, che vennero poi destinati alla realizzazione dell’impianto di compostaggio, negli ultimi mesi di nuovo alla ribalta per il progetto di aumento della portata. Nel provvedimento, rilasciato dal dipartimento acqua e rifiuti della Regione e trasmesso all’Ato, risultava che su un finanziamento complessivo di 4.854.614,35 euro, suddiviso nei due lotti funzionali dell’opera, furono certificate somme per 3.954.245,81 euro. Anche in base ai rilievi della Ragioneria generale della Regione, Palermo dovrebbe riavere la differenza di 900 mila euro.
Accertamenti che l’Ato ritiene non in linea e così è stato dato mandato di agire davanti ai giudici amministrativi. L’impianto di compostaggio, destinato ad essere adeguato per garantire maggiore capacità, venne finanziato con fondi previsti nel Por Sicilia 2000/2006 (per il primo lotto) e nel Programma operativo Fesr Sicilia 2007/2013 (per il secondo lotto). Il secondo lotto, oltre a risorse comunitarie, assorbì anche fondi dell’Ato rifiuti. Dal provvedimento emesso dalla Regione, risulta in sostanza che per il primo lotto, alla fine, sono stati spesi 1.199.728,00 (del Por Sicilia 2000/2006); mentre per il secondo lotto, 2.754.517,81 (solo di fondi comunitari), oltre a 1.653.680,50 di somme dell’Ato. Due anni fa, ci furono delle note della Regione, con le quali si chiedevano eventuali informazioni su possibili indagini in corso della procura, proprio sulla vicenda dei fondi.