Gela. Mediaticamente, soprattutto in passato, ha spesso fatto discutere. Nelle ultime settimane, sempre su un piano mediatico, il tema delle commissioni consiliari ha ripreso vigore, in una fase di dissesto del municipio e nell’attesa che l’Ars si pronunci sul maxiemendamento alla legge finanziaria regionale, che potrebbe varare lo “sblocca royalties” a copertura del bilancio stabilmente riequilibrato. Le commissioni, a Palazzo di Città, costano troppo? Nei recenti provvedimenti di liquidazione dei gettoni previsti dalla norma per i consiglieri, sia rispetto all’attività di commissione sia per quella all’assise civica, lo stanziamento complessivo, per ottobre e per novembre, non supera i ventimila euro “al lordo delle ritenute fiscali”. La questione è stata ancora toccata nell’approfondimento “Agora’” di Franco Gallo. “Ci sono diversi aspetti da puntualizzare – spiega il capogruppo del Movimento cinquestelle Francesco Castellana – nessun consigliere comunale partecipa due volte in un giorno alla stessa commissione. È possibile invece che lo stesso consigliere prenda parte a due commissioni diverse, perché ognuno di noi fa parte di due commissioni. Sono otto per ventiquattro consiglieri. In ogni caso, è bene sottolineare che mensilmente, in totale, tra commissioni e sedute di consiglio, il pagamento non può mai superare una certa soglia rispetto all’indennità del sindaco. Ciò significa che ogni consigliere, indipendentemente dal numero di commissioni e di sedute di consiglio comunale, non potrà mai ottenere l’indennità oltre il limite di trentaquattro sedute. Vengono pagate soltanto quelle. Tutto il resto, dalla trentacinquesima in poi, viene fatto senza alcun pagamento. Non esistono altri parametri”. Castellana ha già avuto interlocuzioni con i componenti della commissione cultura, della quale fa parte, e con il presidente del civico consesso Paola Giudice.
Propone un’ulteriore attività finalizzata alla piena trasparenza. “Siamo pronti a convocare, con le commissioni congiunte, la stampa – continua – il giornalismo rientra nella sfera culturale. Vogliamo avviare un percorso culturale ed educativo, con al centro la politica come strumento per la vita attiva nella comunità. Vogliamo coinvolgere le scuole e ognuno, chiaramente, lo farà a titolo gratuito. Non dobbiamo giustificarci ma l’intento è di andare oltre le sterili polemiche”.