Gela. In commissione sviluppo economico è stato concluso un nuovo giro di verifica sull’iter dei progetti del “Patto per il Sud”. Sono stati sentiti in audizione sia l’assessore Ivan Liardi che il dirigente Antonino Collura, seppur senza entrare nel merito delle singole procedure anche per un’improvvisa indisponibilità dello stesso dirigente del settore lavori pubblici. Per il secondo tratto del lungomare la procedura è andata incontro ad un’accelerata, ma rimangono almeno quattro progetti che sono sostanzialmente fermi sui tavoli della Regione da oltre un anno. “Anche questa situazione non è affatto accettabile”, dice il consigliere comunale del Movimento cinquestelle Virginia Farruggia, che ha chiesto espressamente una verifica delle procedure in atto. L’amministrazione comunale sembra certa di poter arrivare ad assumere le obbligazioni giuridicamente vincolanti, per tutti i progetti del “Patto per il Sud”, entro fine anno, senza perdere i finanziamenti, già al centro di diversi tagli. Una verifica è stata effettuata anche sul fronte delle compensazioni minerarie, che coprono altri progetti. Il presidente della commissione Rosario Faraci, il vice Luigi Di Dio e gli altri componenti Farruggia, Pierpaolo Grisanti ed Emanuele Alabiso, seguono costantemente tutte le vicende dei progetti, che troppo spesso si sono arenati, soprattutto quando si tocca il tasto del “Patto per il Sud”.
La grillina Farruggia sottolinea però che ci sono altri aspetti da verificare, con in testa il rispetto dei criteri ambientali minimi dei singoli progetti. “Tutte le procedure sono state adeguate a questi criteri, come previsto dalla normativa – dice Farruggia – ma già è evidente che qualcosa non va. Non si può eliminare verde dove già c’è. La rigenerazione urbana è fondamentale e passa proprio dal verde pubblico”. Il consigliere pentastellato, lunedì in aula consiliare, durante la seduta di question time, ha interrogato l’assessore Giuseppe Licata, chiedendo aggiornamenti anche sul piano per l’abbattimento di circa trecento alberi, ritenuti un pericolo per l’incolumità pubblica, ma anche sull’uso di fondi delle compensazioni per riqualificare le aree verdi. “Ci sono tante incongruenze – aggiunge Farruggia – abbiamo una società in house come la Ghelas che concentra gran parte del bilancio sul verde ma dobbiamo usare i soldi delle compensazioni per riqualificare aree verdi già esistenti. Bisognerebbe verificare ciò che non fa Ghelas e non mi riferisco al solo verde pubblico, ma anche alle strisce blu o ancora al tanto annunciato servizio rifiuti oppure alla centrale per la progettazione. Anche sulla convenzione per l’abbattimento degli alberi pericolosi ho chiesto spiegazioni all’assessore Licata. Mi è stato detto che e al momento non sono ancora partiti con questi interventi e che per effetto del decreto 16 del 2020, che stabilisce che i tronchi e gli sfalci sono rifiuti speciali, quindi da conferire attraverso un codice Cer, si stanno organizzando per lo smaltimento del materiale che deriverà dagli interventi. Quando fu fatta la convenzione io stessa chiesi al settore e anche all’assessore Licata di verificare questo aspetto perché nella convenzione non veniva completamente menzionato lo smaltimento di questi resti, avevo già specificato che anche nella legge 152 del 2006 sono ritenuti rifiuti, oltre al fatto che è impensabile che un Comune dia un servizio a esterni e non garantisca lo smaltimento del materiale. A questo punto – continua – la domanda che viene spontanea è, i costi del conferimento a chi spetteranno? Perché la convenzione era a titolo gratuito ma la ditta che operava avrebbe ovviamente guadagnato il materiale dell’intervento di abbattimento, invece in questo modo dovendo tracciare lo smaltimento, presumibilmente, qualcosa dovrà cambiare nella convenzione. L’assessore ha anche riferito che sono già intervenuti, durante questa settimana, con l’abbattimento di alberi nella zona dell’oratorio salesiano. In merito a questo, faremo un accesso agli atti per acquisire foto e relazioni, così come sul piano di abbattimento previsto dalla convenzione. In tutto questo si continua a parlare sempre e solo di piano di abbattimenti, importante per eliminare il pericolo per l’incolumità pubblica, ma non si parla di piano di piantumazione. La legge prevede che per ogni albero che si abbatte deve essere ripiantumata una nuova essenza, lo dissi già alla mia prima interrogazione sul tema. Per far questo, ovviamente, serve un piano. In realtà il Comune, l’ho già detto in diverse occasioni, dovrebbe avere anche un censimento del verde pubblico, cosa che non ha mai fatto e non accenna a fare. Ribadisco che la pulizia del verde dovrebbe essere fatta costantemente e noi abbiamo la Ghelas deputata a questo. E’ fondamentale il metodo di potatura degli alberi. Tutti gli alberi che oggi rappresentano un pericolo, e che per questo dovranno essere abbattuti, sono il frutto della sbagliata manutenzione e di una politica miope negli ultimi decenni. Il verde migliora la qualità della vita dei cittadini e un buon decoro urbano è fatto di verde. Troppe volte sentiamo dire che il verde sporca e quindi è meglio eliminarlo, ma non ci rendiamo conto dei benefici che invece produce il verde in un luogo antropizzato, nei centri urbani, sia sulle persone, a livello fisico ma anche sul piano culturale, oltre agli effetti positivi sul clima e nell’aria che respiriamo”.