Gela. “La coltivazione del cotone è entrata in programmazione con il piano nazionale 2014-2020”.Possono essere adottate delle misure di sostegno economico attinenti alle attività relative alla colture e hanno il via le autorizzazioni per l’utilizzo standard dei fitofarmaci”.
Ad annunciarlo, il deputato regionale Giuseppe Arancio, presente, stamane, al convegno svoltosi tra le mura dell’ex chiesetta San Biagio dal titolo “ Piana di Gela, perché il cotone?”; un incontro principalmente incentrato sull’importanza della reintroduzione di una cultura che nel territorio, tra gli anni quaranta e gli anni sessanta, costituiva la principale risorsa economica agricola.
Presentato da Francesco Vacirca, presidente del collegio dei periti agricoli di Caltanissetta, il convegno si è valso della presenza di numerosi relatori provenienti dal dipartimento di scienze delle produzioni agrarie e alimentari sia dell’università di Catania che dell’università di Reggio Calabria. Introdotti dal direttore Salvatore Luciano Cosentino, le figure hanno voluto dimostrare dal punto di vista scientifico, tecnico ed economico la validità di un progetto sperimentale che si protrae da tre anni e che vorrebbe puntare alla logica della filiera.
Tra questi: Paolo Guarnaccia e Venera Copani, del dipartimento di scienze delle produzioni agrarie e alimentari dell’università di Catania, con un’esposizione intitolata “Tecniche agronomiche e ruolo del cotone nei sistemi colturali della piana di Gela; Carmelo Santonoceto e Fabio Gresta, del dipartimento di agraria dell’università di Reggio Calabria, hanno trattato l’ “adattabilità e la potenzialità produttiva delle nuove varietà di cotone”; Giuseppe Timpanaro, invece, si è occupato degli aspetti economici della reintroduzione del cotone in Sicilia; infine Andrea Pellizzari ha presentato il progetto della società svizzera Anderul, che tutt’oggi rinnova l’impegno di volere investire cinque milioni di euro.