Colpi di pistola a Igland Bodinaku, a sparare è stato Graziano Romano: condannato in Cassazione

 
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Gela. Condanna ridotta, seppur di poco, per Graziano Romano. Sei anni e quattro mesi di reclusione.


Gli spari a Sant’Ippolito. E’ questo il verdetto deciso dai giudici della Corte di Cassazione, a fronte dei sei anni e otto mesi imposti sia in primo che in secondo grado. I giudici romani, chiamati a valutare il ricorso della difesa, hanno disposto l’annullamento solo per il capo di imputazione relativo alle armi. La conferma, invece, è arrivata per il tentato omicidio. Richieste che sono arrivate dalla procura generale. Per i magistrati, è stato lui a sparare a Igland Bodinaku, giovane albanese da anni residente in città insieme alla famiglia. Più colpi di pistola raggiunsero proprio Bodinaku che si trovava ristretto ai domiciliari in un appartamento di via Minardi, a Sant’Ippolito. Riuscì ad arrivare all’ospedale Vittorio Emanuele, evitando conseguenze peggiori. Per gli investigatori, si trattò di una sorta di vendetta personale. Pochi mesi prima, infatti, Bodinaku, insieme a due complici, avrebbe preso di mira l’abitazione della famiglia Romano. Il portone d’ingresso venne raggiunto da colpi d’arma da fuoco. Per quei fatti, di recente, è stato condannato in primo grado. Il legale di difesa di Graziano Romano, l’avvocato Carmelo Brentino, anche in Cassazione, ha contestato la ricostruzione dell’intera vicenda, chiedendo l’annullamento della condanna, anche per il tentato omicidio. Per il difensore, Romano non avrebbe avuto intenzione di uccidere il rivale, ma solo di intimidirlo.

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