Civici rompono con i progressisti, Di Stefano: “Favoriscono il centrodestra, incomprensibile”

 
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Farruggia e Ascia in aula

Gela. Un’alleanza saltata prima di essere ufficialmente siglata. Quello che in questi mesi è stato il fronte politico della “responsabilità”, corazzato dall’apporto di progressisti, dem e civici, non sembra più avere le condizioni minime per tenersi in piedi. Il voto sull’Unione dei Comuni, che ha fatto passare la griglia dei nomi proposta dal centrodestra, con l’avallo dell’intergruppo progressista, è stato uno tsunami politico di intensità considerevole. I civici di “Una Buona Idea”, che un loro rappresentante comunque l’avranno nell’Unione dei Comuni (inserito nella griglia approvata dall’aula ma senza un apporto del gruppo), si tirano fuori. La strategia dei consiglieri progressisti Virginia Farruggia, Alessandra Ascia e Paola Giudice, non l’hanno condivisa affatto. “Faremo il nostro percorso – dice dopo la seduta sull’Unione dei Comuni l’ex vicesindaco Terenziano Di Stefano – gli avevamo dato uno spiraglio di luce ma hanno deciso di andare con gli occhi bendati. Personalmente, non intendo condividere un percorso con chi non rispetta gli impegni presi. Non capisco come facciano consiglieri di centrosinistra a condividere l’iniziativa del centrodestra”. Fino a lunedì sera, dopo una serie di incontri, sembrava che si potesse finalizzare la griglia di nomi che comprendeva anche il consigliere del gruppo del sindaco Marina Greco, che invece con la proposta affossata in aula e il successivo blitz politico del centrodestra è stata depennata. Il via libera l’ha avuto il forzista Carlo Romano. Centrodestra e progressisti si sono trovati a condividere una soluzione, che non ha per nulla convinto i civici di “Una Buona Idea”. Anche il Pd (sarà importante capire quale guida avrà da qui a breve), altro pezzo importante della potenziale alleanza progressista, potrebbe iniziare a riflettere. Neppure il consigliere dem Gaetano Orlando ha seguito la scia di Farruggia (M5s), Ascia (“Rinnova”) e Giudice (indipendente di sinistra). Lo stesso Di Stefano, insieme ad altri “responsabili”, aveva dato garanzie per un’intesa che potesse mandare un messaggio inequivocabile al centrodestra della sfiducia, isolandolo. Il voto sulla griglia di nomi alternativa a quella iniziale ha invece rotto ogni tipo di equilibrio.

C’è già chi ritiene che la mossa dei progressisti possa essere l’anticamera per non assumere impegni sul rendiconto 2021. Una cosa è certa, il rientro del sindaco Lucio Greco, assolutamente inviso ai tre consiglieri dell’intergruppo, sembra aver spostato alcuni incastri che sembravano invece ormai consolidati. I pro-Greco dovranno attendere che i “responsabili” facciano chiarezza al loro interno. I progressisti potrebbero già essere proiettati ad altro. Qualcuno preventivava che dopo il voto “blindato” sull’Unione dei Comuni potesse essere varata l’alleanza di centrosinistra. Ora, invece, tutto sembra infrangersi.

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