Gela. Il ciclo delle acque reflue è uno dei punti fermi dell’amministrazione comunale, spinto principalmente dai dem, che ci lavorano fin dal momento dell’insediamento. Lo scorso anno, si sono tenuti tavoli in Regione e a livello comunale, coinvolgendo direttamente il management di Eni. L’assessore Fava, spesso collaborando direttamente con il suo predecessore Arancio e con l’altro componente di giunta Franzone, ha a più riprese cercato di mettere sul tavolo interventi concreti, che possano essere una valvola di sfogo pure per un comparto agricolo in sofferenza e privo di un’adeguata copertura dalle dighe. Con il passare dei mesi, la burocrazia, a partire da quella regionale, ha fatto intendere che l’iter può diventare molto lungo e complesso. C’è, sul tema, un interessamento dei privati. Ci sarebbero state verifiche per valutare la possibilità di una manifestazione di interesse, proprio per progetti che ruotano intorno al ciclo delle acque reflue.
A breve, potrebbe tenersi una riunione. L’assessore Fava ha ricevuto richieste in tal senso. Si potrebbe quindi valutare l’interesse dei privati, in diretta collaborazione però con l’ente comunale e con quelli che hanno competenza in materia. Ieri, Fava ha spiegato che proprio progetti per sfruttare le acque reflue potrebbero finire nel Piano operativo triennale di Caltaqua, dato che l’amministrazione ha intenzione di avanzare proprie proposte e incidere sulla programmazione per il territorio.