Niscemi. Quella di Chokri, un lavoratore tunisino che da quasi trent’anni vive e lavora a Niscemi insieme al figlio, non è solo una storia di migrazione ma rappresenta un punto di svolta nelle pratiche di ricongiungimento familiare che tanti migranti provano a portare avanti ma che spesso si arenano a causa della burocrazia.
Anche la pratica di Chokri, che chiedeva allo Stato Italiano di poter portare qui in Italia la figlia Mariem rimasta in Tunisia, aveva subito lo stesso destino, rigettata prima dalla Questura di Caltanissetta e poi dalla Prefettura per insufficienza reddituale.
Ma l’uomo non si è arreso e, grazie all’aiuto della Camera del Lavoro della Cgil di Niscemi, si è rivolto con fiducia ai giudici italiani che, dopo una lunga battaglia giudiziaria, gli hanno dato ragione.
Il Tribunale di Caltanissetta ha accolto il suo ricorso contro il Ministero dell’Interno che aveva rifiutato il rilascio del nulla osta al ricongiungimento familiare per insufficienza reddituale. Chokri adesso potrà portare Mariem in Italia e riabbracciare la figlia dopo anni di separazione forzata.
Grande soddisfazione per il sindacato per la definizione di un importante battaglia che adesso apre una maglia nei procedimenti di ricongiungimento.
“Abbiamo con determinazione sostenuto le ragioni di questo lavoratore al quale era stato negato un diritto – ha dichiarato Chiara Cultraro, responsabile della Camera del Lavoro della Cgil di Niscemi – per far sapere ai tanti lavoratori che finora non lo hanno fatto che esiste la possibilità di far valere le proprie ragioni”.
“Sono troppi i lavoratori che in questi anni sono andati via da Niscemi verso altre province – continua – per ottenere diritti che fino ad oggi qui non riuscivano a farsi riconoscere. Adesso speriamo di invertire la tendenza”.
A sostenere le ragioni di Chokri al quale era stato negato un diritto c’era l’avvocato Maria Vittoria D’Arma che attraverso la storia dell’uomo ha di fatto puntato i fari sulle legittime pretese di altri lavoratori che di converso non hanno avuto la stessa possibilità di ricorrere.
Il territorio di Niscemi è costituito da gran parte di lavoratori extracomunitari che rappresentano una ricchezza in termini di lavoro e di sviluppo e per questo la battaglia di Chokri rappresenta un notevole passo in avanti per dare loro quella sicurezza che è determinante per assicurarsi un esistenza dignitosa garantendo al territorio una risorsa fondamentale che parla di legalità e di contrasto allo sfruttamento.