Gela. L’intero territorio provinciale soffre per livelli di disagio sociale ed economico che aumentano progressivamente. La politica non è riuscita a dare le risposte attese. Il segretario confederale della Cgil Rosanna Moncada, nella sua disamina, è molto critica. Il lavoro che non c’è manca di vere prospettive che possano generare discontinuità. “La fine dell’anno ci impone da sempre un bilancio del periodo che ci lasciamo alle spalle e soprattutto richiede un momento di riflessione per i propositi per il nuovo anno che per noi saranno sempre e comunque all’insegna di un impegno costante per tutelare e proteggere i diritti e i valori garantiti dalla nostra Costituzione. Il risultato tra quello che pensavamo si potesse realizzare all’indomani della pandemia, con le ingenti risorse e le grandi opportunità che si potevano avere con il Pnrr e quanto si è ottenuto lungo tutto quest’anno, è sicuramente di segno negativo. Le premesse c’erano tutte e soprattutto le risorse ma era necessario che le parole, le promesse e le intenzioni, si trasformassero in fatti concreti. Oggi, ci ritroviamo di fronte ad una classe politica che malgrado le parole, le promesse e le barricate annunciate non è stata in grado di avere cura del territorio che rappresenta per potergli dare l’opportunità di uno sviluppo concreto e possibile. Quanto affermiamo emerge da un report della Cgil Sicilia – dice Moncada – che anche alla luce dei dati forniti dall’Istat traccia per la nostra Regione un contesto socio-economico tra i più disastrati d’Europa che necessita di un incremento di risorse e di investimenti fondamentali per ridurre i gap tra la Sicilia e il resto del paese. Invece ci troviamo di fronte a un ridimensionamento del Pnrr su sanità, scuola, infrastrutture, mobilità, rigenerazione urbana, interventi speciali per la coesione territoriale, per la tutela del territorio e l’innovazione e la sicurezza nella pubblica amministrazione. Come se non bastasse si è attuato un vero e proprio scippo nei confronti della nostra Regione confermato dalla legge di stabilità 2024 che lo scorso 21 Dicembre ha trasferito 1.480 milioni di euro dal Fondo di sviluppo e coesione destinato alla Sicilia al finanziamento della costruzione del Ponte sullo Stretto. C’è inoltre il mancato trasferimento di ulteriori 150 milioni di euro a causa della riduzione del gettito fiscale che lo Stato avrebbe dovuto coprire, attraverso la compensazione alla Sicili ma che il governatore Schifani ha pensato bene di lasciar correre. Somme destinate per migliorare le condizioni dell’isola. Se dovesse passare il disegno di autonomia differenziata le Regioni del nord tratterrebbero gran parte del residuo fiscale con la conseguente riduzione dei trasferimenti statali alle Regioni più in difficoltà. La Sicilia perderà quasi 1.500 milioni di euro di trasferimenti senza peraltro aver definito i Lep. Dati questi che declinati sul nostro territorio avranno una ricaduta disastrosa con il conseguente e inevitabile impoverimento delle persone, lo spopolamento e l’abbandono delle nostre aree”. Il taglio del reddito di cittadinanza, per il segretario cittadino, è un altro messaggio negativo indirizzato al territorio. “Basti pensare che con la sospensione del reddito di cittadinanza il governo ha deciso di lasciare senza reddito circa 48.000 nuclei familiari, in quanto occupabili, e per la Sicilia ciò provocherà una perdita economica di circa 614 milioni di euro. Solo in provincia di Caltanissetta 19.753 sono le persone interessate per un totale di 8.795 nuclei familiari coinvolti con un importo medio mensile pari a 500 euro al mese percepito attraverso il nuovo strumento di contrasto alla povertà che più che uno strumento di sostegno si prefigura come uno strumento che aumenterà la povertà e la precarietà. Basta osservare i criteri previsti che prescindono dalle reali condizioni economiche delle persone e le poche opportunità di lavoro stabile e sicuro”, aggiunge Moncada. Rimangono inoltre le falle di sempre, a partire dalla sanità che arranca e da una viabilità all’anno zero. “Come sempre più insostenibile si prefigura il tema della sanità. Continuano i viaggi della speranza per chi deve curarsi perché siamo costretti ad andare fuori provincia per le cure sanitarie o peggio ancora quando dobbiamo fare i conti a scapito della vita dei nostri cari con un personale sanitario agli sgoccioli e strutture che non sono in grado di sostenere la domanda sanitaria. Nonostante i tagli dei nastri per reparti vuoti non abbiamo notizie delle case della salute e delle comunità che hanno subito tagli dalla revisione e dal ridimensionamento del Pnrr e del personale che dovrebbe farne parte. La bizzarra gestione del personale e i vizi nelle procedure di assunzione nella sanità e la discrezionalità che viene operata confermano anche per quest’anno la convinzione che la salute delle persone passi dalla volontà della politica sempre più lontana dai reali bisogni del territorio. Anche il boom economico che avevamo riscontrato, sin dallo scorso anno, nell’edilizia privata in provincia di Caltanissetta, che ha generato tanta occupazione e il rilancio del settore, dopo più di un decennio di crisi economica adesso riceve un tale contraccolpo a causa delle ultime scelte scellerate dei governi nazionale e regionale che continua a penalizzare la nostra terra togliendo risorse per destinarle ad altro. La provincia di Caltanissetta – dice inoltre il segretario Cgil – continua a non avere quello che da tempo denunciamo come sindacato: una viabilità che permette una mobilità sostenibile. Restano ancora incomplete la tangenziale di Gela, la Gela-Butera, la Caltanissetta-Mussomeli, per non parlare della famosa Gela-Siracusa e del porto insabbiato di Gela e il blocco del tratto ferroviario della Caltanissetta–Enna e della Caltanissetta-Lercara. Il governo nazionale con l’appoggio di quello regionale sposta risorse verso il Ponte come se l’opera del ministro Salvini potesse risolvere il problema di una provincia sempre più ai margini di un vero sviluppo con il tacito consenso di amministratori che piuttosto che denunciare questo stato di insolvenza rimangono ossequiosi a linee di partiti e inermi davanti al costante e continuo spopolamento della nostra provincia. Uno spopolamento che registrerà numeri sempre più alti se pensiamo anche alla ricadute del dimensionamento scolastico”. Tra dimensionamento scolastico e possibile autonomia differenziata, sono tante le incognite a livello locale.
“L’aumento del parametro richiesto per costituire una scuola autonoma che è passato da 600 a 900 studenti ha ridimensionato gli istituti, 7 istituti previsti per la nostra provincia, con una significativa e devastante riduzione del personale Ata e un’inesorabile riduzione della popolazione scolastica. Ridurre gli istituti significherà non solo la riduzione dei posti di lavoro ma segnerà l’ennesimo colpo alle nostre aree interne già penalizzate da una viabilità impervia se non inesistente e per i nostri giovani significherà essere costretti a spostarsi per poter studiare mentre verranno meno fondamentali presidi di istruzione e di legalità. Di certo non possiamo restare a guardare – conclude Moncada – come non siamo rimasti con le mani in mano lungo tutto questo anno che ci ha visto protagonisti nelle piazze della Sicilia, del paese e soprattutto della nostra città che sebbene relegata agli ultimi posti per qualità della vita ha dimostrato in occasione della grande manifestazione regionale contro il disegno dell’autonomia differenziata di credere nel cambiamento e nei valori della nostra Costituzione che sono i valori di tutti, nessuno escluso. Abbiamo il dovere di sperare, di portare avanti le nostre rivendicazioni nelle piazze, nei luoghi di lavoro, all’interno dei consigli comunali, legando il nostro impegno al mondo dell’associazionismo, del volontariato e delle istituzioni, incentrando le nostre rivendicazioni sul tema della pace, contro la violenza di genere, per i diritti delle donne, dei giovani, sulla qualità della vita che in fatti concreti significa sostegno alle fasce più deboli della nostre comunità che sono quelle legate ai servizi alle persone, all’assistenza agli anziani e inabili, ma, soprattutto occorre un’incisiva e determinata lotta alla corruzione, alla criminalità organizzata, alla malasanità e a politiche clientelari. Un vero investimento sulle persone che dovrà essere il frutto del lavoro di tutte le parti sociali volto a sviluppare quella coscienza civile e radicarla per fare sistema e garantire legalità. Un impegno che ci ha visti, lungo tutto il 2023, insieme al prefetto di Caltanissetta presenti nel territorio attraverso interventi nei luoghi di lavoro per diffondere la cultura alla legalità e alla sicurezza rappresentando un segnale importante che dimostra l’attenzione da parte di tutte le istituzioni verso le criticità della nostra provincia, senza lasciare niente al caso ribadendo il ruolo delle Stato a garanzia di uno sviluppo sano e reale del nostro territorio”.