…E poi quelle frasi che sento dire spesso, “eh! Però quel ragazzo che correva in via Rio de Janeiro se l’è cercata! Mica è coscienzioso correre a quell’ora, senza luce, in quel posto!”. Fu come quella volta che quell’altro mi disse, “eh! Che non si lamenti nessuno se poi i cani randagi aggrediscono! E’ colpa di chi corre nelle zone dove si rischia di incontrare i randagi” oppure “non indossare le cuffie e non ascoltare la musica se vuoi evitare di rimanere travolta da una macchina!”. Come se fosse solo la musica a mettere in pericolo i pedoni!
Queste frasi echeggiano dentro me con lo stesso violentissimo impatto di quelle altre frasi del tipo “quella con la minigonna se l’è cercata!” … “Cappuccetto Rosso, suvvia, dimentica il bosco! Passeggia in città, se proprio devi!”.
La verità assoluta non esiste perché nella verità assoluta si può parlare di libertà senza ricorrere agli algoritmi, così come ci si può sentire vicini a quel senso di libertà senza dover appuntare le condizioni. Quella libertà, oltre i limiti degli steccati sociali, oltre i limiti delle paure, oltre i limiti dell’incoscienza…quella libertà è uno spazio di tutti e nella coesistenza in questo spazio non dovrebbero contrapporsi condizioni sempre più complesse.
Perché camminare equivale a vivere…camminare e vivere sono atti liberi da qualsiasi forma di coercizione.
Camminare è libertà e la libertà di camminare deve trovare lo spazio dove potersi esprimere.
L’articolo 190 del codice della strada elenca una serie di regolamenti proprio per chi si muove a piedi in strada; questo articolo regolamenta il comportamento dei pedoni indicando che hanno l’obbligo di camminare sui marciapiedi o sulle corsie loro dedicate. D’altra parte esistono i runners, i quali non potrebbero neppure correre sui marciapiedi o sulle piste pedonali, essendo destinate ai pedoni, né sulle piste ciclabili, destinate alle biciclette. Restano solo i parchi, quando possibile.
Ma la camminata sportiva outdoor non è running e non è nemmeno jogging. Dunque noi walkers o hikers chi siamo? Quanti siamo? (Tantissimi! Qui una risposta immediata c’è). Dove stiamo? Chi ci pensa? Chi ci tutela? Nella nostra città non esistono percorsi sicuri, chi vuole compiere il proprio allenamento per strada deve non solo rispettare la normativa stradale, ma anche piangersi le condizioni sfavorevoli di una città priva di spazi preposti e farsi il segno della croce (per chi ci crede).
Avevamo un “sottopassaggio”…quello alternativo alle sempre più pericolose curve (cronaca docet)…che collega la parte del lungomare dei “club” a quello che porta alla “Conchiglia” (per intenderci). Un “sottopassaggio” sicuro, lontano da qualsivoglia pericolo, che consentiva a noi tutti di godere dei benefici di una camminata sul lungomare, di tutto il lungomare, nella sua meravigliosa estensione, baciati dal sole e dalla brezza marina.
Vero, non era da considerarsi uno spazio preposto, era pur sempre uno spazio sicuro. Ce lo hanno chiuso! (Cancelli, reti altissime, supercatenacci, mancano i fili spinati o forse ci sono anche quelli). “Sicuro non è! Chi passa da lì può cadere in mare…annegare!”, mi hanno detto.
La verità è che quello spazio è così ampio che solo un cieco ubriaco può finire in mare…e pure se finisse in mare…
Quasi tutti i gelesi, popolo di mare, sanno nuotare; invece nessun gelese e nessun uomo sulla terra saprebbe sollevare una macchina e catapultarla lontana, semmai vi finisse sotto. Almeno che non sei l’incredibile Hulk!
Invece siamo stati “messi al sicuro”, hanno chiuso quel passaggio, adesso nessuno rischierà di annegare; ringraziamo. Adesso attraversiamo le curve, lì il mare non c’è, c’è altro, ma chi se ne importa! Non anneghi!
Eviteremo le curve circolari e le curve a raggio variabile e le curve a gomito e tutte le curve a forma di curva, a forma di pericolo, a forma di morte.
Eviteremo i marciapiedi stretti e dissestati, eviteremo i marciapiedi con gli alberi e le fresche frasche.
Eviteremo la pista ciclabile che è solo per le biciclette.
Eviteremo Montelungo e tutti i quartieri dove i cani randagi hanno il domicilio.
Eviteremo le strade buie che sono ancora più buie nel 2021, buie come è buio tetro tutto ciò che si aggira all’argomento!
Eviteremo di camminare. Eviteremo di sentirci liberi. Eviteremo di sentirci degni della libertà di camminare! Ci faremo bastare quel che c’è, niente! E di quel niente saremo vittime. Vittime per niente? Niente affatto!!!
Accontentiamoci. Di cosa? Di Niente! Come faccio io ad accontentarmi di niente se è niente ciò di cui potermi accontentare? In questo bisticcio di parole io, invece, vorrei poter parlare, elegantemente, di tutto, in primis della LIBERTA’!
Nancy Genovese, una walker come tanti. Una cittadina come tutti.