Gela. Come anticipato già negli ultimi giorni, leghisti, esponenti di “Avanti Gela”, “Fratelli d’Italia” e centristi hanno messo le firme sul ricorso che contesta l’esito elettorale. Saranno i giudici del Tar Palermo a verificare se le civiche a supporto del sindaco Lucio Greco siano state fatte sottoscrivere regolarmente. Fino a ieri, era rimasta in piedi anche l’ipotesi di rivolgersi al Cga per contestare la riammissione di “Un’Altra Gela”, la lista madre del sindaco, inizialmente esclusa. Quelli del gruppo di centrodestra che hanno appoggiato lo sconfitto Giuseppe Spata sono convinti che le liste civiche di Greco non andavano ammesse. Le firme sarebbero state raccolte senza l’indicazione dei ventiquattro candidati da schierare. L’azione giudiziaria è una freccia politica che viene scagliata contro il campo politico del primo cittadino. I grandi elettori di Spata l’hanno suggellata. Un ricorso giudiziario che mette la staffa definitiva sul rapporto con l’Udc. Se centristi come l’ex consigliere comunale Vincenzo Cirignotta e il professionista Ennio Di Pietro stanno con il gruppo di centrodestra, i vertici locali dell’Udc prendono le distanze. “E’ mancata del tutto la comunicazione – dice il coordinatore provinciale Silvio Scichilone – non condividiamo il percorso della coalizione di minoranza”.
I dissapori interni si sono manifestati pubblicamente durante la prima seduta dell’assise civica. Il consigliere Udc Salvatore Incardona non ha condiviso la decisione di proporre Gabriele Pellegrino come vicepresidente del consiglio comunale e ha rotto gli indugi proponendosi a sua volta. Per tutta risposta, i centristi non sono stati teneri con Scichilone, accusato di muoversi in autonomia. “Non voglio neanche commentare – conclude – chi parla, purtroppo, non fa neanche parte dell’Udc. Quindi, a chi dovrei rispondere?”. Adesso, tutto si riapre e lo stesso Incardona potrebbe decidere per una diversa collocazione, magari avvicinandosi alla maggioranza di Greco.
