Gela. Il presidio ospedaliero “Vittorio Emanuele”, diretto da Luciano Fiorella, starebbe rispondendo male all’emergenza virus. L’adeguamento a centro Covid-19 non piace al personale paramedico che accusa il management dell’Asp cl2, diretta da Alessandro Caltagirone, di essere troppo esposti col “rischio di diventare diffusori del contagio in ospedale e dei nostri famigliari”.
L’indice accusatorio è puntato contro la carenza dei dispositivi personali obbligatori, la capienza della stanza dedicata al pre triage e la mancanza di un percorso dedicato per i pazienti a rischio contagio.
Con un documento condiviso, gli esponenti della rappresentanza sindacale, rispettivamente Giuseppe Di Fede (rsu, rls Uil), Massimo Bellone (rsu Uil) e Liborio Scupolito (rsu, rls Fials), si sono rivolti al direttore generale, Alessandro Caltagirone, al direttore sanitario Marcella Santino, al responsabile del presidio ospedaliero, Luciano Fiorella, e a Cinzia Granvillano (Rspp), per chiedere interventi urgenti.
“Rischiamo che la scelta di collocare il pre triage dell’ospedale Vittorio Emanuele in una stanza adiacente il Pronto soccorso – spiegano i rappresentanti sindacali – e il successivo transito del paziente con sospetto diagnostico di Covid-19 verso la radiologia, per eseguire una Tac, metta a serio rischio la salute di tutti i lavoratori e dei cittadini che inconsapevolmente incontriamo in corsia. Riteniamo che la stanza di pre triage sia troppo piccola per accogliere più di un paziente – accusano – ma è intollerabile evidenziare la scarsa disponibilità di dispositivi di prevenzione individuale del personale, ricordando che è obbligo del datore di lavoro garantire la salute dei lavoratori con adeguate forniture”. Proprio in queste ore l’ospedale diretto da Luciano Fiorella è interessato da interventi di adeguamento ad accogliere pazienti affetti da Covid-19 con la possibilità di effettuare e diagnosticare tamponi. La stessa Rianimazione è stata svuotata e ampliata a 8 posti letto proprio per gestire l’emergenza. Nei prossimi giorni dovrebbero essere ultimati anche i lavori di riattivazione di Malattie infettive.
Nelle scorse ore un operatore avrebbe ricevuto un provvedimento disciplinare per avere indossato in maniera non corretta la mascherina.
“Risulta che nella quasi totalità delle unità operative non siano stati ancora forniti agli operatori i dispositivi di protezione individuale idonei a salvaguardia dei lavoratori – incalza Giuseppe Cirignotta, segretario Fials dell’ospedale – Si esorta la direzione medica ad attuare tutti gli interventi previsti dalle linee guida nazionali e sovranazionali per prevenire e limitare il diffondersi del virus tra gli operatori sanitari. Non sfugge la gravità, oltre alle conseguenze personali, dell’eventuale necessità di porre in quarantena una quantità di operatori sanitari tale da rendere non operative intere strutture aziendali”.