"C'è chi esce con le mentine e chi con i coltelli, mio figlio ha rischiato di morire"
Al sit in dell'ospedale la testimonianza drammatica della mamma di Rocco Smecca, giovane accoltellato per aver sedato una rissa. "I medici sono bravi ma da soli non bastano, non siamo cittadini di serie B".
Gela. “C’è chi esce con le mentine in tasca e chi con i tirapugni e i coltelli. Mio figlio ha rischiato di morire ed è inaccettabile che all’ospedale di Gela ci siano limitazioni e si debba ricorrere a Catania o altri ospedali. La buona volontà dei medici non basta. Rocco è vivo per miracolo ma i miracoli non accadono sempre”. A parlare, con voce accorata, è Flavia Pennata, maestra di religione. E’ mamma di Rocco Smecca, il giovane accoltellato nei pressi di un locale alla rotonda est di Macchitella. Rocco era intervenuto per sedare una lite banale. E’ stato colpito con un coltello alle spalle. Ha un polmone perforato ed ha rischiato di morire. Oggi è fuori pericolo e la mamma ha voluto sottolineare quanto sia importante avere una sanità efficiente.
“Quello che è accaduto a Rocco può succedere a chiunque. Mio figlio e' arrivato al pronto soccorso ferito gravemente. I medici ci sono ma i nostri figli non sono di serie c, ci servono le strutture. I medici hanno fatto di tutto per mio figlio. Io da mamma vedo che sta per morire , è andato in shock emorragico quattro volte ma ad un certo punto anche i medici si sono arresti ed hanno chiesto aiuto a Catania. Serviva una terapia toracica, mio figlio perdeva continuamente sangue per via di una emorragia arteriosa. Vedere il proprio figlio morire perché l’elisoccorso non arriva o ritarda è terribile. Ecco perché sono qui, per testimoniare che serve una sanità giusta, per rivendicare il diritto alla salute. Perchè da altre parti aumentano i posti letto e dai noi tagliano? “.
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