Enna. Un altro colpo per la diocesi di Piazza Armerina: il vescovo Rosario Gisana e il suo vicario giudiziale Vincenzo Murgano sono indagati per falsa testimonianza. Come si apprende dalle pagine di Repubblica Palermo, la procura di Enna accusa entrambi di aver rilasciato dichiarazioni mendaci nel processo che ha condannato il sacerdote Giuseppe Rugolo a 4 anni e 6 mesi per abusi su minori.
Secondo i giudici, Gisana avrebbe omesso qualsiasi intervento per proteggere le giovani vittime, favorendo le azioni predatorie di Rugolo, nonostante le segnalazioni precedenti. Alla vicenda si aggiunge una intercettazione: il vescovo avrebbe confidato a Rugolo di aver “insabbiato” la questione.
È soddisfatto dall’azione della Procura Antonio Messina, il giovane archeologo che ha denunciato Rugolo dopo 12 anni di silenzio, anche se non nasconde una punta di amarezza:
“A fronte delle tante bugie emerse nel corso delle indagini e anche nelle deposizioni in aula, mi sarei aspettato che il tribunale trasmettesse autonomamente gli atti in procura- Spiega Messina – Così non è stato. Oggi apprendo che comunque la procura sta andando avanti”.
Messina ha anche ricordato il tentativo del vescovo di offrire 25 mila euro, prelevati dalle casse della Caritas, per il silenzio della famiglia, cifra rifiutata quando non si accettò di definirla come “risarcimento danni”.
Mentre la difesa di Gisana respinge ogni accusa, definendo le intercettazioni decontestualizzate, un comitato cittadino a Enna chiede le sue dimissioni. Adesso, Gisana e Murgano hanno trenta giorni per presentare memorie o chiedere interrogatori, con la possibilità di doversi preparare ad un processo che rischia di gettare nuova ombra sulla gestione degli abusi nella Chiesa.